Image default
Ambiente & Società In evidenza

Sempre meno api

“Se le api scomparissero dalla terra, per l’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”, senza dubbio è la frase più famosa che si conosca riguardante le api e che è attribuita al grande fisico Premio Nobel Albert Einstein. In realtà molto probabilmente non l’ha mai scritta né pronunciata, dato che non sono mai state riscontrate delle prove a sostegno di questa teoria; ciò però non toglie nulla alla veridicità di questa ‘profezia’.
Infatti le api ricoprono un ruolo estremamente importante nel mantenimento della biodiversità e nella conservazione della natura, dato che sono insetti impollinatori, ovvero permettono l’impollinazione e di conseguenza la formazione dei frutti, trasportando il polline da un fiore all’altro. Questa attività, in poche parole, garantisce la presenza di specie vegetali diverse fra loro, un elemento fondamentale per la salute e la natura. Se noi oggi abbiamo una vasta gamma di frutta e verdura da mangiare, è grazie a questo insetto.
Ma per i cambiamenti climatici che sono in atto le api sono a rischio.
Proprio per questo Morgan Freeman, attore, regista e filantropo ha deciso di vestire i panni dell’apicoltore all’età di 81 anni.
La star di Hollywood in realtà ha intrapreso questa attività nel 2014, quando ne parlò con Jimmy Fallon durante The Tonight Show, quando dichiarò: “C’è uno sforzo concentrato per riportare le api sul pianeta…Non ci rendiamo conto che sono le basi, credo, della crescita del pianeta, della vegetazione …”
Freeman ha in sostanza convertito il suo ranch nel Missisippi di 124 acri in un santuario di api giganti, iniziando importandone 26 arnie dall’Arkansas. Egli lavora per nutrire le api con zucchero e acqua, aiutando a piantare alberi di magnolia, lavanda e trifoglio. Ha più volte affermato che durante le sue operazioni, non indossa mai delle protezioni e finora non è stato mai punto, perché li nutre solamente, senza raccogliere miele o interrompere gli alveari.
L’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente degli Stati Uniti (EPA) ha evidenziato come causa primaria del declino delle api negli ultimi cinque anni, proprio il Colony Collapse Disorder.
Diverse sono le iniziative che vengono pian piano prese per la sopravvivenza della specie, come per esempio il divieto sull’uso dei pesticidi che uccidono le api approvato lo scorso autunno dall’amministrazione Trump.
Per il momento non ci sono prove che le api si estingueranno presto, ma il declino della loro popolazione continuerà ad avere effetti a catena sulla vegetazione selvaggia e sulle colture agricole di tutto il mondo.

Riccardo Pallotta

Altri articoli