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Un giorno al Campo della migrazione dei rapaci al Parco del Monviso

Agosto è il mese in cui cominciano le grandi migrazioni dei rapaci. In particolare, l’ultima decade del mese, è quella in cui si spostano in massa i Falchi pecchiaioli (Pernis apivorus) che dall’Europa si muovono verso l’Africa.

Ogni anno, sulle Alpi vengono organizzati campi di studio della migrazione, come quello che si svolge da più di 20 anni al Parco del Monviso, nel sito di Bric Lombatera sopra Paesana (CN).

Come tutte le estati, da più di 10 anni, passo almeno una giornata in questo luogo insieme alla famiglia e ad alcuni amici birdwatcher, insieme ai volontari che monitorano i rapaci e a tanti curiosi: volti conosciuti e facce nuove pronti a emozionarsi per lo spettacolo della migrazione.

Il 26 agosto scorso, abbiamo raggiunto il Lombatera, posto a circa 1.400 m. di quota, con vista sulla pianura padana occidentale.

L’area, oltre che per la migrazione, è frequentata dagli amanti del parapendio ed è conosciuta per la presenza delle coppelle, incisioni rupestri dell’età del ferro, create a scopo rituale dagli antichi popoli della zona.

Siamo arrivati alle 10 e già erano passati 80 Falchi pecchaioli: un buon numero. Il tempo è soleggiato e il vento da Est-SudEst sembra buono.

I rapaci possono transitare in gruppi o solitari e al mattino, i passaggi fuono perlopiù di singoli individui o di piccoli gruppi, fortunatamente, tutti molto vicini.

Prima di mezzogiorno, invece, apparve un bel gruppo di 50 individui.

Nel pomeriggio, i passaggi diminuirono e gli animali passavano più lontani, ma alla fine il totale era di poco superiore ai 400 pecchiaioli osservati: un buon numero!

Essendo una zona ad alta biodiversità si possono osservare anche altri rapaci. Quel giorno, abbiamo visto altre 8 specie: 4 falchi di palude e 1 nibbio bruno, in migrazione; 3 bianconi; 2 aquile reali; poiane; sparvieri; 1 gheppio e infine, un attesissimo Falco pescatore, migratore regolare, ma scarso in Piemonte, ciliegina finale di una bellissima giornata di birdwatching.

Daniele Capello

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