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Un amore che provoca sofferenza nel libro di Madeleine Hakizimana

Si intitola Mi manchi Tan il romanzo della scrittrice emergente Madeleine Hakizimana, edito da BookSprint Edizioni. Il romanzo racconta la storia dell’amore mai compiuto e solo malato tra Federica e Tan. Il libro racconta l’adolescenza e i suoi problemi in un determinato contesto sociale, quello della Roma bene tra i quartieri più prestigiosi della città. Questo libro, che rientra nel genere del romanzo young adult è adatto sia a chi vuole rivivere o comprendere i momenti più difficili dell’adolescenza, ma anche a chi, adulto, vuole conoscere una realtà giovanile che è in continua evoluzione. Al centro della vicenda c’è la storia d’amore tormentata e distruttiva tra due ragazzi, Chicca e Tan. Chicca è una ragazza insicura, piena di complessi causati da una mancanza di affetto genitoriale e un contesto sociale in cui si sente estranea. «Noi in famiglia siamo solo in tre, mia madre non voleva altri figli dopo di me, perché erano un intralcio al lavoro, lei famosa nutrizionista di Roma, ha anche uno studio a Milano, così almeno due volte a settimana mi posso prendere i miei meritati giorni d’aria». Le amicizie, il suo quartiere e le relazioni sociali sono impregnate di pura apparenza e superficialità, caratteristiche che la rendono distante da quel mondo, con non pochi disagi. «La mia vita sociale è un vero disastro, ogni tanto, guardando le stelle, desidero solamente di non essere mai nata, perché mi sento troppo sola, e la solitudine, si sa, è una tempesta silenziosa che spezza tutti i nostri rami morti. Gli “Amici del quartiere”… li chiamo amici, anche se non li definirei nemmeno conoscenti… comunque, tutto il nostro gruppo è composto da ragazzi e ragazze dei Parioli, del centro di Roma, Prati e Flemming». La sua condizione è aggravata dall’amore non ricambiato prima e poi malato per Tancredi, il ragazzo più bello del gruppo. Per poterlo conquistare è disposta a qualsiasi cosa, così inizia una trasformazione, che se nell’esteriorità sembra positiva, in realtà non fa altro che peggiorare le ferite del suo animo, spingendola quasi sull’orlo del precipizio. Questo ci fa comprendere come il romanzo di Madeleine Hakizimana non è la semplice storia d’amore tra adolescenti, ma è una lucida lettura di una realtà crudele, e di come possono essere pericolose le dipendenze affettive. Quello che colpisce molto il lettore è il tipo di narrazione. Essa avviene in prima persona. È la stessa Chicca che ci racconta la sua esperienza, i suoi sentimenti e le sue scelte e ciò avviene senza censure e senza risparmiarci scomodi particolari, come quello delle baby lolite di cui si approfittano adulti senza scrupolo. In questo romanzo c’è l’esempio dell’autodistruzione di chi, incapace di adattarsi al contesto sociale in cui vive, le prova tutte pur di ottenere qualcosa. Chicca vivrà, dunque, le peggiori esperienze, ma in tutto questo non perderà mai la speranza di raggiungere i suoi sogni e vedere realizzato il desiderio di felicità: «Tutto ciò fortunatamente non ha mai distrutto in me il sogno, il desidero, la voglia di assaporare quel fuoco».

Il Taccuino Ufficio Stampa

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