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La vera storia di Martia Basile di Maurizio Ponticello: la drammatica vicenda di una donna eroica, vissuta nella Napoli del XVII secolo.

“Mi aggrappo alla vita, e voi mi convincete che è meglio perire ponendo il capo sul ceppo. Voi perdonate me e mi uccidete, ma io non perdono voi. E dall’aldilà̀ avrete soltanto le mie maledizioni, perché́ sono certa che arriveranno come saette a bruciarvi l’anima pezzente che avete indosso”: sono le coraggiose, rabbiose e disperate parole di una donna dal percorso di vita talmente particolare da aver attirato l’attenzione dello scrittore Maurizio Ponticello, e poi della casa editrice Mondadori che ha voluto pubblicare il suo romanzo. La vera storia di Martia Basile è un’opera che difficilmente si può dimenticare, con una protagonista ancora più memorabile. Martia Basile ha vissuto nella Napoli capitale del vice regno spagnolo tra il Cinquecento e il Seicento e ha lasciato un segno profondo nella storia, anche se col trascorrere del tempo è stata volutamente dimenticata. La sua esistenza è stata ricca di passione e di avventure; una vita “da romanzo”, ancor prima che la sua storia fosse narrata dall’autore. Martia è stata una sposa bambina, data in moglie a soli dodici anni a un mercante dalle attività poco legali; condannata a una vita matrimoniale di violenze e umiliazioni – dove le viene anche proibito di leggere nonostante fosse una giovane istruita – grazie a un’intelligenza fuori dal comune riesce a trovare in sé stessa la forza di ribellarsi e di riscattarsi. Incuriosita dalla medicina e dal potere della natura e delle erbe, la ragazza si avvicina a un gruppo di donne che praticano quella che oggi si potrebbe definire magia bianca, e impara ad essere indipendente e forte, unica artefice della propria esistenza. Nonostante la vita continui a mettere crudeli ostacoli sul suo cammino, e malgrado l’incontro con una zingara che le predice un futuro intriso di sangue, ella procede a testa alta senza paura, imprimendo la terra con la sua potente energia. Un’energia che arriva fino a noi grazie alle intense parole di Maurizio Ponticello, che ha saputo restituire il ritratto di una donna eroica, che ha accolto l’amore anche dopo aver vissuto una vita immersa nell’odio e nella violenza, che ha celebrato l’esistenza anche quando era a un passo dalla fine. Martia viene infatti accusata di aver ucciso il marito e viene incarcerata; le indicibili torture a cui viene sottoposta, l’ingiusto processo e la brutale condanna a morte le tolgono la libertà e la dignità, ma non la sua immensa voglia di vivere e di amare.

Silvia Bracca

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