Carl Safina è uno dei più celebri biologi in attività, conosciuto in tutto il mondo per i suoi studi sugli animali. Docente ordinario alla Stony Brook University, è autore di numerosi libri sulla relazione tra gli esseri umani e il mondo naturale. Collabora regolarmente con il New York Times, il Time, l’Huffington Post e il National Geographic. Ha fondato il Safina Center, che ha sede a New York, dove fa ricerche in scienze oceaniche.
Nonostante la sua intensa attività ci ha concesso questa intervista e gliene siamo grati:
Il suo libro Al di là delle parole (Adelphi Edizioni) è ritenuto, in particolare negli ambienti animalisti, un capolavoro letterario e scientifico dal quale non si può prescindere quando si parla di animali. Com’è nata l’idea di scrivere il libro e qual è, secondo lei, il lettore che vorrebbe raggiungere oltre ai colleghi animalisti?
“Io vorrei raggiungere chiunque eccetto gli attivisti per i diritti degli animali e non perché non condivida ciò che fanno, ma perché non hanno bisogno del mio convincimento. Essi sanno che gli animali, come gli esseri umani, hanno un proprio sentire e possono fare esperienza proprie. Io voglio che tutti capiscano che gli animali hanno il diritto ad avere una vita propria e noi dobbiamo lasciare loro lo spazio necessario per esistere. Se non facciamo questo sforzo per permettergli di restare liberi, noi li estingueremo. Essi sono di questo mondo così come lo siamo noi, dunque hanno lo stesso diritto di vivere.“
Questa sua pubblicazione, oltre ad essere una lezione di educazione sociale, può essere considerata una premessa a tanti studi ancora da compiere sul meraviglioso mondo delle creature, compagne amiche dell’uomo, che popolano la terra. Lei pensa che potrebbe esserci un seguito, ossia un approfondimento?
“Certamente. Il mio prossimo libro, che uscirà in aprile, dal titolo “Becoming Wild; How Animal Cultures Raise Families, Create Beauty, and Achieve Peace”, va più in profondità della pubblicazione “Al di là delle parole”.
Lei è riconosciuto come uno dei più competenti difensori del mondo animale. Alcuni suoi grandi predecessori, sotto certi aspetti, sono anche superati. Sin dove si potrà spingere uno studioso che degli animali vuole scoprire tutto?
“In realtà io non mi considero come uno che segue la causa dei diritti degli animali, sebbene simpatizzi molto con quegli obiettivi. Essi sono più coinvolti con la sofferenza e la crudeltà verso gli animali domestici o di allevamento. Diciamo che sono un ecologista e conservazionista. Sono coinvolto principalmente con le cose e i luoghi selvatici. Per ciò che riguarda quanto oltre potremmo andare, noi abbiamo appena cominciato a capire qualcosa riguardo alla vita e a come questa viene intesa dalle altre specie. Ad oggi soltanto una piccola minoranza di specie è stata studiata riguardo al comportamento e alle loro vite sociali.”
Non soltanto in Italia, ma in tutto il mondo i diritti degli animali vengono ignorati a tal punto che essi non sono ancora considerati come dovrebbero essere da parte di molti partiti politici, e poche sono le leggi per garantire loro più cura e salute. Qual è la sua opinione a riguardo ?
“È un enorme problema non soltanto per gli animali. Quando li brutalizziamo e distruggiamo la natura, noi diventiamo creature sempre più brutali e distruttive e ci abituiamo a pensare che questo è il naturale ordine delle cose. Dobbiamo migliorarci e attrezzarci con leggi più adeguate e avere una maggiore attenzione nei confronti di tutta la natura.”
L’Articolo 13 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Animale stabilisce che “L’animale morto deve essere trattato con rispetto”. Cosa ne pensa della sepoltura di un animale domestico nei cimiteri dell’uomo?
“Non mi piace il modo in cui seppelliamo gli umani. Con la nostra morte cerchiamo di separarci dal resto del mondo sigillandoci dentro le bare. Vedo, invece, i nostri animali domestici seppelliti nei giardinetti come fossero più degni e rispettabili. Credo che sarebbe meglio uniformare questi riti. Comunque, fra le opzioni considerate accettabili nella cultura occidentale io preferisco la cremazione. Perlomeno, poi, possiamo conservare le ceneri dei nostri cari nei luoghi che loro amavano. C’è una grande bellezza ed umanità in ciò.”
Qual è la sua opinione sulla sopravvivenza degli animali dopo la morte?
“Io non credo che come individui esistiamo dopo la morte, ma se così fosse vale anche per gli animali non umani. Dopo tutto gli esseri umani sono animali.“
Bruno Cimino