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Natura&Animali

NON UN CENTAURO, MA DI PIÙ PERCHÉ REALE: METÀ POLPO, METÀ SEPPIA, IN PUGLIA AVVISTATO IL RARO TREMOCTOPUS

È stato scoperto a Torre Canne, in provincia di Brindisi, da alcuni cittadini che lo hanno immortalato tramite un formato video per poi consegnarlo alle mani della scienza.

E’ il protagonista di una importante pubblicazione scientifica apparsa sulla rivista internazionale MDPI: il Tremoctopus, il cefalopode metà polpo e metà seppia avvistato nelle acque dell’Adriatico pugliese, è una specie molto rara che i biologi marini cercavano di studiare da 40 anni.

Il fortunato avvistamento del Tremoctopus ha permesso agli studiosi dell’Istituto Coispa Tecnologia & Ricerca di Bari e dell’Università di Cagliari di analizzare le caratteristiche morfologiche e genetiche dell’esemplare. I biologi ne sono sempre stati affascinati poiché nonostante vi fossero delle foto di ritrovamenti a Ponza, non vi erano ulteriori segnalazioni o studi specifici.

 “Oggi” continua Carbonara “grazie al contributo dei cittadini abbiamo potuto analizzarlo”: insieme a quello rinvenuto a Torre Canne, che aveva una dimensione tra i 5 e 10 centimetri, gli studiosi hanno analizzato altri due esemplari di femmina provenienti dalle acque della Sardegna.

Tutti e tre gli esemplari di Tremoctopus violaceus analizzati sono femmine poiché, come già preannunciato in uno studio australiano del 2013, la specie Tremoctopus possiede uno dei più importanti gradi di dimorfismo sessuale del pianeta: il maschio può arrivare a 2,5 centimetri mentre la femmina, almeno in acque australiane, può raggiungere i 2 metri di lunghezza. non esiste nessun’altra creatura che abbia una tale differenza di dimensioni tra maschio e femmina”, si legge nello studio che dichiarava il primo incontro ravvicinato con un maschio.

Risulta più semplice individuare le femmine poiché i maschi sarebbero ancora più piccoli e utili solo alla riproduzione e vivono inoltre a grandi profondità.

I ricercatori affermano che presumibilmente si tratta di un cefalopode autoctono del Mediterraneo e non di una specie aliena.

Si parla spesso dell’azione distruttiva dell’uomo, ma “in questo caso” continua Carbonara “l’uomo ha dimostrato di poter dare un grande contributo alla scienza, collaborando con noi biologi in modo costruttivo“.

La natura supera la fantasia e ci regala sorprese che non finiscono di stupire.

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