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Arte & Cultura

60 anni fa iniziava la carriera di Mia Martini

era il 1962 quando per la prima volta Mia Martini si sottopose ad un provino. Poco dopo entrò
nelle ragazze “ye ye”

60 anni fa iniziava la lunga e straordinaria carriera di Mia Martini: era infatti la fine del 1962 quando Mimì
convinse la madre ad accompagnarla ad un’audizione a Milano; pochi mesi dopo il compositore-produttore
Carlo Alberto Rossi la fa entrare tra le ragazze “ye ye”, termine che indicava gli artisti che appartenevano al
mondo di una certa musica leggera.
Mia Martini, nome d’arte di Domenica Rita Adriana Bertè, nacque a Bagnara Calabra il 20 settembre 1947,
aveva tre sorelle, tra cui la popolarissima Loredana.
Sin da piccola aveva la passione per il canto e, da ragazza “ye ye” (si faceva chiamare ancora Mimì Bertè),
incise canzoni che trattavano di innocenti sentimenti tra fidanzati: “Ed ora che abbiamo litigato”, “I miei
baci non puoi scordare”, “Lontani dal resto del mondo”, sono alcuni dei primissimi brani di questa artista.
Il 1970 è l’anno della svolta di Mimì: il discografico Alberigo Crocetta la fa entrare nella RCA, e le propone il
nome d’arte di Mia Martini, ovvero l’abbinamento tra l’attrice Mia Farrow (popolare per aver sposato Frank
Sinatra) e un classico nome italiano, conosciuto in tutto il mondo, Martini, come il liquore.
Nel 1971 incide “Padre davvero”: è una struggente storia di un conflitto generazionale tra padre e figlia. Nel
1972 propone “Piccolo Uomo”, un successo scritto da Bruno Lauzi. Questa canzone esce in un 45 giri con
l’altro pezzo, titolato “Madre”, e con questo lavoro Mia vince il Disco d’oro, per il numero di vendite.
Ma non finisce qui: il secondo disco d’oro arriva nel 1973 con “Minuetto”, scritta da Franco Califano. Nel
1974 la critica considera Mia Martini la cantante dell’anno, il successo si estende anche all’estero ed in
Francia è paragonata ad Edith Piaf.
Nel 1982 al Festival di Sanremo propone, “E non finisce mica il cielo”, che incanta pubblico e giornalisti,
facendole vincere il premio della critica.
Dopo un periodo buio, Mia Martini nel 1989 torna al Festival con “Almeno tu nell’universo”, una delle
canzoni più conosciute nel panorama musicale italiano, mentre l’anno dopo partecipa con “La nevicata del
‘56”.
Nel 1991 apre una serie di ambiziose iniziative: propone in versione jazz diversi brani di cantautori italiani,
come Battisti e Pino Daniele. Nel 1992 torna al Festival con “Gli uomini non cambiano”. In questo periodo
recupera il rapporto con la sorella Loredana: il ritrovarsi sotto il profilo famigliare, sfocia in una
collaborazione artistica suggellata nel 1993 con la partecipazione a Sanremo con il brano “Stiamo come
stiamo”, dove le sorelle duettano in una esibizione straordinaria. Il 12 maggio del 1995 nella sua casa di
Cardano al Campo, vicino a Varese, viene trovato il corpo senza vita di Mia Martini. Le voci e le leggende
metropolitane sulle cause della morte creano un velo di mistero, come del resto accade per molti Grandi
che se ne vanno.

Fabio Buffa

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