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I Tardigradi, resistenti e microscopiche meraviglie

In un articolo di Domenico Attianese, risalente a qualche settimana fa,

si citavano i Tardigradi, come animali dalle caratteristiche particolari. In effetti, questi microscopici animali, poco conosciuti dal grande pubblico, sono in grado di resistere in ambienti inospitali per quasi tutte le specie viventi.

I tardigradi sono un gruppo di invertebrati protostomi celomati, che comprende più di mille specie attualmente conosciute.
Le loro dimensioni variano da 0,1 a 1,5 mm e hanno un aspetto abbastanza buffo: assomigliano a un orso cilindrico a 8 zampe, tanto che, in inglese, sono chiamati Waterbears.
Questi curiosi animali vivono in ambienti acquatici ma sono in grado di resistere bene anche all’asciutto, per lunghi periodi.

I tardigradi d’acqua dolce sono variamente colorati, mentre quelli marini hanno una tinta tra il bianco e il grigiastro. Si nutrono per lo più di cellule vegetali ma alcune specie sono predatori attivi.
Essendo animali eutelici, passano tutta la vita con un numero di cellule fisso, per cui crescono solo aumentando il volume delle proprie cellule.
Vivono al massimo un paio di anni ma sono in grado di andare in quiescenza per decine di anni.

Come detto nell’articolo citato, i Tardigradi sono adatti ai viaggi spaziali: sono in grado di resistere a condizioni generalmente letali per quasi tutti gli altri esseri viventi.
Si è scoperto che questi animali possono sopravvivere: in stato di completa disidratazione; a temperature di -200° per giorni e intorno a +150° per alcuni minuti; a pressioni sei volte superiori a quelle oceaniche; a livelli di radiazioni cento volte superiori a quelle letali per un uomo; ai raggi UV-A e UV-B. Infine, si è appurato che, queste creature sono in grado di sopravvivere a un soggiorno prolungato nel vuoto dello Spazio, entrando in una sorta di letargo, detto criptobiosi, che può durare per tempi lunghissimi.

Daniele Capello

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