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Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per il rilancio del Paese con 87 miliardi di euro, riassunto per punti

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza potrebbe rappresentare una svolta per il nostro Paese, così danneggiato dalle misure peri-pandemia, in un contesto già precedentemente critico. Il testo è consultabile sulla pagina web di Montecitorio. Il piano intende riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica, contribuire a risolvere le debolezze dell’economia italiana, e accompagnare il Paese su un percorso di transizione ecologica e ambientale. Il Piano ha come principali beneficiari le donne, i giovani e il Mezzogiorno e contribuisce in modo sostanziale a favorire l’inclusione sociale e a ridurre i divari territoriali. È previsto un ruolo significativo degli enti territoriali per la gestione regolare, corretta ed efficace delle risorse per un totale di oltre 87 miliardi di euro. Il Ministero dell’economia e delle finanze monitora e controlla il progresso nell’attuazione di riforme e investimenti e funge da unico punto di contatto con la Commissione Europea.”

I punti quindi su cui punta sono:

  • Inclusione e coesione: “Inclusione e Coesione con 22,4 miliardi facilitare la partecipazione al mercato del lavoro, anche attraverso la formazione, rafforzare le politiche attive del lavoro e favorire l’inclusione sociale, investendo nello sviluppo dei centri per l’impiego e nell’imprenditorialità femminile, con la creazione di un nuovo Fondo Impresa Donna”;
  • Ecologia: “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica con investimenti e riforme per l’economia circolare e la gestione dei rifiuti, per raggiungere target ambiziosi (65 % di riciclo dei rifiuti plastici e 100% di recupero nel settore tessile, ridurre le perdite nelle reti per l’acqua potabile del 15 %”;
  • Formazione: il Piano investe negli asili nido, nelle scuole materne, nei servizi di educazione e cura per l’infanzia, con il risanamento strutturale degli edifici scolastici, riforma dell’orientamento, dei programmi di dottorato e dei corsi di laurea, con un aumento di circa 3.000 unità dei dottorati. Si sviluppa l’istruzione professionalizzante e si rafforza la filiera della ricerca e del trasferimento tecnologico”, si spiega nel comunicato;
  • “Sanità: “18,5 miliardi per rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio, modernizzare e digitalizzare il sistema sanitario e garantire equità di accesso alle cure investendo nell’assistenza di prossimità diffusa sul territorio e attiva 1.288 Case di comunità e 381 Ospedali di comunità. Si potenzia l’assistenza domiciliare per raggiungere il 10 per cento della popolazione con più di 65 anni”;
  • Cultura e Innovazione: “con 49,2 miliardi per promuovere la trasformazione digitale del Paese, sostenere l’innovazione del sistema produttivo, e investire in due settori chiave per l’Italia, turismo e cultura”.
  • Giustizia, con una riforma per ridurre il forte peso degli arretrati giudiziari.

“Il Pnrr contribuisce a ridurre il divario tra il Mezzogiorno e il resto del Paese” si legge nel comunicato.

Tante missioni per tante probabili decisive innovazioni.

Marino Ceci

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