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Mario Balotelli e quell’ultima occasione mancata

Il ritorno in Italia. L’approdo a Brescia, che per Mario Balotelli è sinonimo di casa. Le premesse c’erano tutte per smentire i suoi detrattori e per trascinare le Rondinelle nell’impresa di restare in Serie A. “Io posso dare molto di più qui che ovunque. Ultima occasione? Magari lo pensate voi”, era il suo biglietto di presentazione. E anche il presidente Massimo Cellino sembrava fiducioso sull’ “operazione Balotelli”. Ma a distanza di mesi le cose sono radicalmente cambiate.

SuperMario ha trovato la porta chiusa quando si è presentato al centro sportivo del Brescia di Torbole Casaglia ed è stato rimandato a casa. Era in malattia, come lui stesso aveva scritto sui social, e non poteva allenarsi. Ma nei giorni scorsi il Brescia aveva già dato mandato ai legali per la risoluzione unilaterale del contratto per giusta causa. E prima ancora il presidente Cellino aveva ammesso: “Penso che entrambi abbiamo commesso un errore. Pensavo che portarlo a Brescia, nella sua città, lo avrebbe spinto a impegnarsi molto”

Balotelli ha fatto 19 presenze e 5 gol ma il rapporto d’amore si è deteriorato. Il suo pubblico è arrivato a prendere le distanze dopo gli insulti ricevuti a Verona: “Siamo estremamente convinti che Balotelli sia a tutti gli effetti italiano, e perfino bresciano, ma l’arroganza che sembra trasparire di continuo dalla sua persona non è giustificabile”.

Speranze disattese e comportamenti inappropriati. Fabio Grosso lo cacciò da un allenamento e non lo convoca per la partita contro la Roma. Motivo? Un allenamento “senza ritmo e intensità”. Il resto è storia di questi giorni: l’assenza alla ripresa degli allenamenti a causa della gastroenterite acuta e la porta in faccia di oggi. “Balo” è sempre più lontano e il Brescia resta in fondo alla classifica.

A.C.

Foto: Skysports

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