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Parco Nazionale del Matese, il Sannio contro i rifiuti tra Campania e Molise

Ciò che accade ai confini del Molise non è irrilevante per la regione. Basta vedere ciò che ha significato nell’ultimo ventennio l’esplosione della mafia garganica e foggiana per Termoli e l’area del Fortore, o ciò che da anni accade nella provincia di Caserta a ridosso di Venafro, per comprendere che ciò che accadrà in provincia di Benevento non è ininfluente per il Molise.

Se alla segretaria generale della CGIL di Benevento, Rosita Galdiero, le è stato assegnato il riconoscimento “Pio La Torre” significherà qualcosa. Pur essendo la provincia meno abitata della Campania, quella sannita, essendo a confine con la regione Molise, è quella che più può influenzare il futuro del Matese e del territorio del Medio Molise. La difesa del Parco Nazionale del Matese, la richiesta di rispettare la Direttiva Europea sui rifiuti, la salvaguardia del sito archeologico di Saepinum-Altilia, la mobilitazione per gli agricoltori,  gli artigiani, i commercianti, gli allevatori, i ristoratori e per i cittadini della Valle del Tammaro, è prima di tutto una richiesta tesa a far rispettare le leggi, ad attenersi alle Direttive Comunitarie e ad evitare che il territorio venga fatto oggetto di azioni in contrasto con le proprie vocazioni. La sfida è questa! È quella di frenare lo scempio dell’eolico selvaggio in aree destinate con legge nazionale a Parco Naturale o non autorizzare impianti di rifiuti a ridosso del Matese, del fiume Tammaro o della Diga di Campolattaro. Se il Molise non percepisce che è un obbligo etico mobilitarsi insieme agli amministratori, alle associazioni e alle comunità della provincia di Benevento che lottano per far valere le proprie ragioni, rischia in futuro di pagare un prezzo elevato sul modello di sviluppo e sulle attività produttive, oltre che in termini ambientali.

Assistere con passività e indifferenza, girare lo sguardo da un’altra parte e far finta di non aver capito che il Parco Nazionale del Matese è una discriminante forte per la prospettiva del Sannio e del Molise, è un tragico errore che non bisogna commettere.

 

Stefano Venditti

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