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Il Cristo velato, La Vergine velata e altri simili capolavori

Le vacanze estive, in tempi di Covid19, non suggeriscono le visite nei musei, ma paradossalmente potrebbe essere questo il motivo per indurre gli appassionati di opere d’arte a visitarli senza lo stress di tanti visitatori e godere il fascino dei dettagli che l’arte ci regala.
Le figure velate sono tra le mete più suggestive. Erano soggetti scultorei molto popolari nel XIX secolo, diffusi inizialmente in Italia nel XVIII. Tra le opere più ammirate ricordiamo: La Vestale Tuccia (1743); La Pudicizia, nota anche come Verità velata (1752); Il Cristo velato (1753); La Rebecca velata e La Suora velata (1863).

Questi capolavori di raffinatissima arte italiana sono ospitati a Napoli, nell’isola di Terranova (Canada), a Roma e a Washington.
La statua conosciuta come La Vestale, alta 230 cm, è stata scolpita da Antonio Corradini, esponente Rococò, nel 1743 ed è possibile ammirarla a Roma, nel Palazzo Barberini. L’opera ritrae Tuccia, leggendaria sacerdotessa dell’antica Roma che, accusata di aver violato il voto di castità, provò la sua innocenza raccogliendo in un crivello dell’acqua del Tevere trasportandola fino al Tempio di Vesta senza neanche farne cadere una goccia. Nella statua l’artista la creò, appunto, che tiene un crivello. Le vestali  dell’antica Roma, se colpevoli di aver perso la verginità, venivano sepolte vive perché tale impurità era un pericolo per la Repubblica.
Altro suggestivo capolavoro del Corradini, risalente al 1752, è La Pudicizia (la Verità Velata), in posizione chiastica. Secondo alcuni critici rappresenta il riserbo, altri l’associano alla saggezza, altri ancora la vogliono riferire al Velo della dea Iside, una statua rivenuta in Egitto.
All’artista fu commissionato anche il Cristo Velato, per il quale per il quale riuscì a completare solo un bozzetto in terracotta, poiché, in seguito alla sua improvvisa morte, la statua fu completata da Giuseppe Sanmartino. Probabilmente è questa, tra le sculture “velate”, la più celebre, sicuramente la più suggestiva che conta migliaia di visitatori i quali, con calma indescrivibile, aspettano anche ore in fila per entrare nella Cappella napoletana di Sansevero a Napoli e ammirare, solo per pochi minuti, l’incredibile fascino che emana.

La Vergine di Terranova, realizzata con marmo di Carrara dallo scultore italiano Giovanni Strazza nel 1850, raffigura la Vergine Maria con un velo drappeggiato sui contorni dei suoi lineamenti realistici. Si presenta con gli occhi chiusi e la testa chinata, raccolta in preghiera esprimente dolore. Si dice ne siano state realizzare ben 24, ma l’unica di cui si conosca l’esistenza si trova, da circa 150 anni, nel Presentation Convent and School, sede delle Presentation Sisters nella città di Saint John’s a Terranova (Canada)
Giovanni Maria Benzoni è l’autore che, nel 1863, scolpì la statua raffigurante La Rebecca biblica. La donna, dopo essersi di innamorata di Isacco, suo cugino, che sposò, decise di coprirsi con un velo in segno di umiltà. Questa statua, durante il periodo risorgimentale, era divenuta un simbolo dell’Unità d’Italia.

La Suora velata raffigura il busto, alto 52.7 centimetri, di una donna facoltosa con indosso un velo, ed è stata realizzata nel 1863 da un artista italiano di cui ancora non si conosce il nome nonostante il suo aspetto non sia compatibile con l’immagine di una “suora”, e su questo sono d’accordo la maggior parte dei critici d’arte. L’opera è stata esposta dal 1874 al 2014 alla Corcoran Gallery of Art e attualmente si trova presso il National Gallery of Art di Washington.

Bruno Cimino

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