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LA LEGGENDA DEL LAGO DI SCANNO

Nel cuore dell’Abruzzo, protetto da i monti Marsicani e le gole del Sagittario, il lago di Scanno, nato a seguito di un’antica frana che ha sbarrato il corso del fiume Tasso, incanta da sempre i suoi visitatori.

Appartenente per metà anche al comune di Villalago, esso presenta un’insolita forma a cuore che, se osservata con attenzione dalla piccola frazione di Frattura (1260 m s.l.m.), risulta assolutamente perfetta e delineata, quasi si trattasse di un dipinto.

Questa particolare caratteristica, ha alimentato enormemente nel corso dei secoli la fantasia popolare, generando moltissime leggende atte a celebrare la magia incantatrice del lago, ma che purtroppo non hanno mai trovato posto nella favolistica nazionale italiana.

Fortunatamente, però, nel dicembre 2007, con il patrocino del comune di Scanno, sono state raccolte in un meraviglioso lavoro curato da Italia Gualtieri e Diana Cianchetta, affinché l’oralità non venga smarrita nel tempo e trovi un rifugio sicuro nella parola scritta.

Tra le molteplici leggende, una risulta particolarmente degna di nota, poiché crea un interessante ponte di raccordo con il Romanzo cavalleresco, alludendo alle gesta di Carlo Magno e dei suoi Paladini, venuti ad assediare la rocca in mezzo al lago della Maga Angiolina.

Ai tempi della battaglia tra Orlando e Rinaldo, «Madama Angiolina troneggiava nel castello che aveva costruito per incanto nel mezzo del lago di Scanno». Un giorno suo fratello Corbulante decise di prendere in moglie la fanciulla più bella di tutte, che si rivelò essere Alda, sposa di Orlando.

La superba incantatrice, allora, corse in suo aiuto e trasportata da uno spirito malvagio, si recò fino a Parigi per rapire la ragazza e intrappolarla nel suo castello.

Presto, però, i sentimenti della Maga mutarono il loro corso: la bellezza e la grazia di Alda la colpirono nel profondo, mentre il lago, segreto custode dei suoi pensieri, iniziò ad assumere la forma di un cuore.

Di contro, Carlo Magno «cavalcando per giorni e notti senza sosta», in un freddo mattino, riuscì ad arrivare sulle sponde del lago, urlando disperatamente il nome della sua amata.

Sorpresa e indignata, Angiolina decise, dunque, di ricorrere alle arti magiche, estraendo la bacchetta dal suo cassetto pieno di «chincaglierie malefiche».

La potente Maga indirizzò subito il fuoco dei suoi occhi verso le pietre della montagna, generando cento e mille faville infuocate, che si riversarono come una pioggia infernale sulle schiere impotenti del re.

Ancora oggi sui monti della strada che conduce a Scanno e Villalago, è possibile vedere, impressi nella roccia, gli scuri segni globulari lasciati dalle pietre stregate di Madama Angiolina.

 

Ambra Belloni

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