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La bellezza è tutto? Il corpo perfetto è realmente tutto ciò che ci appaga?

Quanta importanza viene data oggi all’aspetto fisico della persona, e al corpo che deve essere perfetto?

Siamo costantemente bombardati ovunque da annunci pubblicitari sulla dieta, sul dimagrimento, su come superare la famigerata prova costume. Come si avvicina la primavera, insieme alle margherite sbocciano i famigerati articoli che generano ansia al 99,9 % delle donne italiane, facendo sì che non si godano più oltre che l’estate, anche questa splendida stagione.

Le pagine dei social debordano di personaggi discutibili, senza alcuna qualifica, che gareggiano a chi posta l’annuncio più ridicolo per attrarre la nostra attenzione. Tutti a proporre pozioni magiche di assoluta efficacia, spesso a prezzi sragionevoli. A chi osa replicare sul costo, gli viene risposto che la saluta non ha prezzo.
E le creme e sieri che creano miracoli arrestando l’effetto del tempo? Meglio non parlarne.
Da tutto ciò ne ho tratto queste conclusioni: se oggi non si è magri, sicuramente non si è in salute, e se non si dimostra meno della propria età, si è speso male il proprio tempo.

Ma sono corretti questi pensieri?

Con queste riflessioni, vorrei portare tante donne ossessionate dalla taglia 38, e dalle zampe di gallina, a sviluppare il loro senso critico difronte a messaggi irrazionali, che altro non sono, che trappole tese da aziende volte al loro solo profitto economico. 
Invece di assillarci per vestire una taglia in meno, potremmo investire meglio tempo, denaro, energie, in altre attività più utili, soprattutto per noi stesse

Di primo impatto, l’aspetto fisico è il nostro biglietto da visita, siamo tutti d’accordo.
Ma alla fine, ciò che ci fa piacere agli altri sono una serie di caratteristiche che riguardano la personalità: i valori, l’atteggiamento, l’attenzione, il nostro modo di fare, ecc.
Eppure molte persone non se ne rendono conto, e per loro la felicità dipende solo dal loro aspetto fisico.

La considerazione di sé, come descritto da tanti studi scientifici, dipende da fattori che non hanno niente a che vedere con la verità oggettiva del proprio aspetto, sono legati piuttosto all’immagine interiore, ai contenuti cognitivi-emozionali che l’individuo ha maturato nel corso della sua vita. Un bimbo bello non accudito, non rispecchierà la persona di riferimento, confermerà a sé stesso, di non valere.

Secondo Eric Berne, sin dall’infanzia ogni individuo redige un proprio copione di vita, un canovaccio con elencati valori, regole, convincimenti assimilati nell’ambiente in cui cresce.
Se un individuo matura pensieri disfunzionali circa se stesso, “non sono desiderabile “dipende in gran parte dal suo vissuto. Nemmeno il giudizio relativo, alla propria oggettiva bellezza, potrà convincerlo del contrario.

Mai come oggi, l’ampia richiesta di interventi di chirurgia estetica, denuncia il desiderio esasperato di mantenersi in forma, al punto da trasformarsi in aspirazione di eterna giovinezza.

Quante sono le ragazzine oggi, che appena raggiunta la maggior età, richiedono un seno o un naso in dono? Porzioni di corpo vengono modificate e non riconosciute come parti vitali di sé stessi.
Questa è una novità storica, il corpo-oggetto slegato dalla persona.

Mi viene allora spontanea una domanda, cosa accadrà in futuro?

La ricerca medica progredisce, nel rendere sempre più simili al naturale, parti del corpo modificate, non sarà in futuro più possibile distinguere una persona ricostruita da una non.

Quindi cosa accadrà, con chi ci confronteremo? Con i replicanti di “Blade Runner”?

Ci si auspica, che le previsioni sussurrate nella cinematografia, rimangano suggestioni, penso a “Blade Runner” piuttosto che a “2001 Odissea nello spazio”, dove addirittura un computer riesce ad acquisire una sua dinamica psichica.

Mi auguro che questi rimangano solo presagi.

Voglio ancora sperare che la società, famiglia, scuola, media possano ancora farsi carico di crescere adulti completi, ossia capaci di usufruire di tutte quelle potenzialità cognitive, emozionali, comportamentali, volte al reale benessere dell’individuo.
Uomini pertanto capaci di emozioni, empatici, in grado di ascoltare non solo se stessi.
Adulti capaci di accettarsi, consapevoli della propria peculiarità, ma anche della propria unicità.
L’individuo che riconosce se stesso, solo nel proprio corpo, aliena inconsciamente aspetti straordinari vitali della propria personalità. In poche parole perde la propria centratura, il proprio senso.
Molte donne passano ore a prendersi cura di se stesse…

Ma facciamo lo stesso con la nostra personalità?

Fontana Marisa Paola

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