Il clima globale, sempre più instabile e imprevedibile, lancia segnali d’allarme che l’umanità non può più ignorare. Eppure, nonostante le evidenti necessità di interventi, gli investimenti nella mitigazione dei cambiamenti climatici all’interno dell’Unione Europea stanno registrando una preoccupante flessione. Nel 2023, gli investimenti privati destinati a misure di mitigazione dei cambiamenti climatici nell’UE sono scesi a 95,3 miliardi di euro, pari allo 0,55% del prodotto interno lordo (PIL) dell’Unione. Questo dato rappresenta una lieve ma significativa diminuzione rispetto allo 0,64% del PIL raggiunto nel 2021, un anno che sembrava promettere una maggiore consapevolezza e azione.
Un trend preoccupante in Europa
Dal 2005 al 2016, gli investimenti si erano mantenuti relativamente stabili, oscillando attorno allo 0,5% del PIL. Una crescita significativa era stata osservata tra il 2016 e il 2021, culminando in un picco incoraggiante. Tuttavia, gli ultimi due anni hanno visto una contrazione: lo 0,56% del PIL nel 2022 e lo 0,55% nel 2023. Questo calo riflette un rallentamento preoccupante, soprattutto in un contesto globale in cui la crisi climatica esige risposte più rapide e decise. In un panorama europeo diversificato, solo alcuni paesi si distinguono positivamente. Lituania e Danimarca, ad esempio, hanno dedicato l’1,5% del loro PIL agli investimenti climatici, seguite da Lettonia e Svezia con l’1,2%. Tuttavia, la maggior parte degli stati membri ha registrato quote inferiori all’1%, con Cipro e Irlanda fanalini di coda con meno dello 0,1%.
Un futuro incerto con la leadership globale in discussione
Il calo degli investimenti in Europa non può essere analizzato senza considerare il contesto internazionale. Il recente insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, un presidente noto per il suo scetticismo verso le politiche climatiche e che nel suo discorso d’esordio parla di estrazione di carbone, rischia di influenzare negativamente la tendenza mondiale. Le posizioni dell’amministrazione Trump hanno già portato al ritiro degli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi, indebolendo uno dei pilastri fondamentali della cooperazione globale contro il cambiamento climatico. Con gli Stati Uniti che potrebbero abbandonare il loro ruolo di leader in ambito climatico, si apre uno scenario in cui gli sforzi internazionali rischiano di frammentarsi ulteriormente. Senza una guida forte, è plausibile che altri paesi riducano i propri investimenti, seguendo l’esempio di disimpegno americano.
Perché investire è cruciale per il nostro futuro
Ridurre gli investimenti nella mitigazione del cambiamento climatico significa mettere a rischio non solo il pianeta, ma anche la stabilità economica e sociale delle nazioni. Gli effetti del cambiamento climatico, eventi meteorologici estremi, desertificazione, innalzamento del livello del mare, rappresentano minacce dirette al benessere delle popolazioni e alla sicurezza delle infrastrutture. Investire oggi significa prevenire costi ben più alti domani. È necessario che l’Europa si riaffermi come leader nella lotta ai cambiamenti climatici, intensificando gli investimenti pubblici e incentivando ulteriormente quelli privati. Parallelamente, è cruciale che i cittadini, le imprese e le istituzioni collaborino per mantenere alta la pressione sui governi, chiedendo politiche più ambiziose e mirate.
Il tempo per agire è adesso. Ogni ritardo rappresenta un costo che le future generazioni saranno costrette a pagare. L’Europa e il mondo intero devono cogliere questa sfida come un’opportunità per costruire un futuro sostenibile e prospero per tutti.Riccardo Pallotta ©