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Il Parco fluviale del Nera, oltre le Marmore c’è di più

La Cascata delle Marmore è un patrimonio naturalistico di grande rilevanza, conosciuto dagli italiani e da molti stranieri che vengono da ogni parte del mondo per visitarla. Ma forse è meno conosciuto il territorio in cui nasce la Cascata: ci troviamo infatti nel Parco Fluviale del Nera, un’area protetta dell’Umbria, ubicata interamente nella Provincia di Terni. Gestita dal 1° luglio 2020 dalla Regione Umbria – Giunta Regionale Servizio Foreste, montagna, sistemi naturalistici e faunistica-venatoria, il Parco ricade nei comuni di Terni, Arrone, Polino, Montefranco e Ferentillo. È stato istituito nel 1995 con una legge regionale e si estende per 2300 ha, lungo l’asta fluviale del fiume Nera nello stretto fondovalle della Valnerina, tra il confine con la Provincia di Perugia e la Cascata delle Marmore, che rappresenta quindi il confine meridionale dell’area protetta. La sede si trova all’interno dell’ex convento di S. Francesco di Arrone, una delle numerose testimonianze architettoniche di questa zona ricca di storia.

La Cascata delle Marmore è un salto creato artificialmente nel 271 a.C. dal console romano Curio Dentato, in un progetto di bonifica del fiume Velino e poi modellata dai successivi interventi in epoca tardo medioevale e rinascimentale dal Comune di Rieti, e dai Pontefici Paolo III Farnese e Clemente VIII. La conformazione definitiva fu raggiunta nel 1787, risolvendo i vari problemi di allagamento che le piene del Velino causavano tuffandosi nel Nera ed esondando nell’area della città di Terni. La cascata è composta da 3 salti d’acqua per un totale di 160 metri di altezza. Non è meta turistica solo dell’epoca attuale: le Marmore hanno sempre affascinato i grandi intellettuali sin dall’epoca romana quando erano citate nei versi di Virgilio. Anche Dante prima e Byron sucessivamente scrissero delle Cascate mentre i pittori rinascimentali, soprattutto i vedutisti del XVII secolo le immortalarono nei loro dipinti; fu anche meta dei viaggiatori del “Grand Tour”, che completavano in Italia il loro percorso di formazione ed educazione all’arte tra il XVIII e il XIX secolo.

Flora e Fauna del Parco

Ma come scritto in precedenza il Parco del fiume Nera non è solo le Marmore ma offre molto di più a chi sceglie di visitare l’area protetta. La Valnerina è una stretta vallata con pendii boscosi dalle interessanti peculiarità. La presenza di Pino d’Aleppo (Pinus halepensis) ha un’origine incerta, essendo considerato da alcuni studiosi una pianta endemica della zona, che rappresenterebbe il limite più settentrionale dell’areale, ma da altri un’essenza importata in tempi storici: sicuramente nel VI secolo alcuni eremiti siriani si stabilirono nell’area per sfuggire alle persecuzioni nella loro terra d’origine ma non ci sono evidenze che la conifera arrivò insieme a loro. Altre essenze tipiche dei boschi del Parco sono il Leccio (Quercus ilex), la Roverella (Quercus pubescens) e l’Albero di Giuda (Cercis siliquastrum), altra specie di origine dubbia; nella fascia pedemontana sono diffusi gli olivi. Una rara presenza è l’efedra nebrodense (Ephedra major o Ephedra nebrodensis), raro endemismo italiano presente in poche stazioni e relitto glaciale dell’era terziaria. Tra la fauna c’è da segnalare la presenza della Trota fario (Salmo trutta fario) nelle limpide acque dei fiumi e del Gatto selvatico (Felis silvestris), della Martora (Martes martes) e del Biancone (Circaetus gallicus) nei boschi. Rilevante è la presenza di una colonia invernale di migliaia di Ferro di cavallo maggiore (Rhinolophus ferrumequinum), pipistrello che si rifugia nelle grotte intorno alla Cascata delle Marmore.

La presenza dell’uomo

Non mancano le testimonianze storiche della presenza umana nella zona: le persone che non si fanno impressionare possono visitare a Ferentillo il Museo delle mummie, un’antica cripta della chiesa di Santo Stefano che contiene 20 mummie formate da un processo naturale e altri resti umani che celano alcuni misteri. Per i visitatori più tradizionalisti non mancano chiese di grande interesse come l’Abbazia di San Pietro in Valle, ex Monastero Benedettino dell’ VIII secolo, attualmente Hotel di lusso, ma che mantiene ancora il fascino della sua architettura alto-medioevale e la vicina chiesa ancora visitabile. Per gli amanti della storia antica non si possono non visitare i Siti archeologici di Tripozzo, ad Arrone e di Monte Moro a Montefranco e il Museo dell’Appennino a Polino.

Per visitare l’area protetta esistono diversi sentieri, tutti cartografati e riportati sulla carta del Parco pubblicata anche in un’apposita sezione del sito ufficiale www.parcodelnera.it.

Infine il Parco è adatto anche agli amanti dello sport: mountain bike, canoa, rafting, pesca catch & release, arrampicata e, per i più piccoli, un parco avventura nel comune di Arrone. Il Parco fluviale del Nera, un area protetta da vivere a 360°.

Daniele Capello

La Cascata delle Marmore è un patrimonio naturalistico di grande rilevanza, conosciuto dagli italiani e da molti stranieri che vengono da ogni parte del mondo per visitarla. Ma forse è meno conosciuto il territorio in cui nasce la Cascata: ci troviamo infatti nel Parco Fluviale del Nera, un’area protetta dell’Umbria, ubicata interamente nella Provincia di Terni. Gestita dal 1° luglio 2020 dalla Regione Umbria – Giunta Regionale Servizio Foreste, montagna, sistemi naturalistici e faunistica-venatoria, il Parco ricade nei comuni di Terni, Arrone, Polino, Montefranco e Ferentillo. È stato istituito nel 1995 con una legge regionale e si estende per 2300 ha, lungo l’asta fluviale del fiume Nera nello stretto fondovalle della Valnerina, tra il confine con la Provincia di Perugia e la Cascata delle Marmore, che rappresenta quindi il confine meridionale dell’area protetta. La sede si trova all’interno dell’ex convento di S. Francesco di Arrone, una delle numerose testimonianze architettoniche di questa zona ricca di storia.

La Cascata delle Marmore è un salto creato artificialmente nel 271 a.C. dal console romano Curio Dentato, in un progetto di bonifica del fiume Velino e poi modellata dai successivi interventi in epoca tardo medioevale e rinascimentale dal Comune di Rieti, e dai Pontefici Paolo III Farnese e Clemente VIII. La conformazione definitiva fu raggiunta nel 1787, risolvendo i vari problemi di allagamento che le piene del Velino causavano tuffandosi nel Nera ed esondando nell’area della città di Terni. La cascata è composta da 3 salti d’acqua per un totale di 160 metri di altezza. Non è meta turistica solo dell’epoca attuale: le Marmore hanno sempre affascinato i grandi intellettuali sin dall’epoca romana quando erano citate nei versi di Virgilio. Anche Dante prima e Byron sucessivamente scrissero delle Cascate mentre i pittori rinascimentali, soprattutto i vedutisti del XVII secolo le immortalarono nei loro dipinti; fu anche meta dei viaggiatori del “Grand Tour”, che completavano in Italia il loro percorso di formazione ed educazione all’arte tra il XVIII e il XIX secolo.

Flora e Fauna del Parco

Ma come scritto in precedenza il Parco del fiume Nera non è solo le Marmore ma offre molto di più a chi sceglie di visitare l’area protetta. La Valnerina è una stretta vallata con pendii boscosi dalle interessanti peculiarità. La presenza di Pino d’Aleppo (Pinus halepensis) ha un’origine incerta, essendo considerato da alcuni studiosi una pianta endemica della zona, che rappresenterebbe il limite più settentrionale dell’areale, ma da altri un’essenza importata in tempi storici: sicuramente nel VI secolo alcuni eremiti siriani si stabilirono nell’area per sfuggire alle persecuzioni nella loro terra d’origine ma non ci sono evidenze che la conifera arrivò insieme a loro. Altre essenze tipiche dei boschi del Parco sono il Leccio (Quercus ilex), la Roverella (Quercus pubescens) e l’Albero di Giuda (Cercis siliquastrum), altra specie di origine dubbia; nella fascia pedemontana sono diffusi gli olivi. Una rara presenza è l’efedra nebrodense (Ephedra major o Ephedra nebrodensis), raro endemismo italiano presente in poche stazioni e relitto glaciale dell’era terziaria. Tra la fauna c’è da segnalare la presenza della Trota fario (Salmo trutta fario) nelle limpide acque dei fiumi e del Gatto selvatico (Felis silvestris), della Martora (Martes martes) e del Biancone (Circaetus gallicus) nei boschi. Rilevante è la presenza di una colonia invernale di migliaia di Ferro di cavallo maggiore (Rhinolophus ferrumequinum), pipistrello che si rifugia nelle grotte intorno alla Cascata delle Marmore.

La presenza dell’uomo

Non mancano le testimonianze storiche della presenza umana nella zona: le persone che non si fanno impressionare possono visitare a Ferentillo il Museo delle mummie, un’antica cripta della chiesa di Santo Stefano che contiene 20 mummie formate da un processo naturale e altri resti umani che celano alcuni misteri. Per i visitatori più tradizionalisti non mancano chiese di grande interesse come l’Abbazia di San Pietro in Valle, ex Monastero Benedettino dell’ VIII secolo, attualmente Hotel di lusso, ma che mantiene ancora il fascino della sua architettura alto-medioevale e la vicina chiesa ancora visitabile. Per gli amanti della storia antica non si possono non visitare i Siti archeologici di Tripozzo, ad Arrone e di Monte Moro a Montefranco e il Museo dell’Appennino a Polino.

Per visitare l’area protetta esistono diversi sentieri, tutti cartografati e riportati sulla carta del Parco pubblicata anche in un’apposita sezione del sito ufficiale www.parcodelnera.it.

Infine il Parco è adatto anche agli amanti dello sport: mountain bike, canoa, rafting, pesca catch & release, arrampicata e, per i più piccoli, un parco avventura nel comune di Arrone. Il Parco fluviale del Nera, un area protetta da vivere a 360°.

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