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Arte & Cultura

Giulietta Masina, moglie e musa di Fellini

la Masina è stata un’attrice straordinaria, apprezzata anche da Chaplin 

E’ stata una grande attrice, dotata di intelligenza e personalità. La sua carriera però fu messa nell’ombra dell’ingombrante figura dell’amatissimo marito, Federico Fellini. Parliamo di Giulietta Masina, all’anagrafe Giulia, considearata da molti una delle prime cinque attrici italiane del secolo scorso, addirittura Charlie Chiaplin confidò che la Masina per lui fosse la migliore interprete che avesse conosciuto. Questa grande donna fu capace di incantare il pubblico nelle due interpretazioni de “La strada” e “Le notti di Cabiria”

Sono in molti a pensare che non si possa parlare di Giulietta Masina senza citare Federico Fellini: se da un lato questo approccio può voler significare il grande legame tra i due, dall’altro non permette di capire l’unicità delle doti artistiche di questa raffinata signora. 

Giulietta nacque a San Giorgio al Piano, in provincia di Bologna, il 22 febbraio 2021, da papà Gaetano, violinista e mamma Angela Pasqualini, maestra elementare. Ancora piccola si trasferisce a Roma, da una zia, poi va in collegio dalle Orsoline, dove si mette subito alla prova sul palcoscenico, interpretando vari ruoli nelle rappresentazioni scolastiche. Ancora adoloescente viene ingaggiata dalla Compagnia del Teatro Comico Musicale di Roma, con la quale, oltre a farsi le ossa, ha la possibilità di esibirsi come attrice, ballerina e cantante. E’ un’interprete raffinata ed elegante, dotata di una buona dizione, quasi naturale, con quella sua attitudine a recitare il copione in modo totalmente conforme alle esigenze del testo. 

A 20 anni incontra Federico Fellini: Giulietta interpreta alla radio un personaggio di una commedia ideata proprio da colui che sarebbe diventato uno dei più grandi registi della storia del cinema. Allora Federico era un sognatore, alla ricerca di una propria dimensione personale e professionale, lei invece era una donna dal carattere forte, di famiglia benestante e con le idee chiare su ciò che voleva dalla vita. La solidità caratteriale di Giulietta Masina è un appoggio fondamentale per Federico Fellini, che in quel periodo aveva bisogno di una donna sensibile, ma austera. Nell’arco di un anno si sposano: è il 1943. Giulietta del marito diceva: “mi ha dato la possibilità di scoprire me stessa come attrice, in un modo completamente diverso da come io sognavo di esserlo. A dire il vero io, prima di conoscerlo, mi vedevo solo a recitare in teatro”. 

La carriera cinematografica di Giuletta Masina inizia, possiamo dire, indipendentemente dal marito, con i film  Paisà (di Roberto Rossellini nel 1946) e Senza pietà (di Alberto Lattuada del 1948), anche se Fellini in questi due lavori si è occupato delle sceneggiatura. Lattuada e Fellini la guidano come registi in Le luci del varietà, del 1950. Un anno dopo recita in ben tre film, Persiane chiuse di Luigi Comencini, Sette ore di guai di Vittorio Merz e Marcello Marchesi, e in Cameriera bella presenza offresi di Giorgio Pàstina.

Il primo film in cui è diretta dal consorte è Lo sceicco bianco del 1952. Tra il 1953 e il 1954 lavora in altre cinque pellicole; esprimere poi tutto il proprio potenziale di bravura ne La strada, al fianco di Anthony Quinn, Richard Basehart e Aldo Silvani e con la regia di Fellini. L’opera vinse l’Oscar come migliore film in lingua straniera (ovvero non inglese) e fu selezionata nel 2008 come uno dei  migliori 100 film italiani da salvare. Dopo La strada, in cui interpreta Gelsomina, una ragazza povera, con una mimica clownesca, che segue un rozzo saltimbanco, viene notata e apprezzata anche dal pubblico più esigente, che inizia a considerarla un riferimento granitico nell’ambito dell’interpretazione. La sua carriera conta 34 film, di cui sette sotto la regia del marito: oltre ai due già citati, troviamo Il Bidone (1955), Le notti di Cabiria (1957), Giulietta degli spiriti (1965), Block-Notes di un regista (1969) e Ginger e Fred (1985). Ha lavorato con i più grandi registi di sempre, abbiamo già detto di Comencini, Lattuada e Rossellini (oltre a Fellini) e aggiungiamo Eduardo De Filippo, Carlo Lizzani, Victor Vicas, Alberto Sordi, Lina Wertmuller e Jurai Jakubisko, il regista slovacco che trovò in Giulietta Masina il personaggio ideale per le sue opere caratterizzate da poesia, bizzarria e giocosità. 

Questa attrice nel 1966 vince il Premio Donatello come migliore attrice protagonista in Giulietta degli spiriti, nel 1986 vince il David speciale, nel 1986 è candidata per Ginger e Fred come migliore attrice non protagonista, mentre vince quattro nastri d’argento, tra il 1949 e l”86, un Globo d’Oro e il Prix d’Interpretation femminine al Festival di Cannes nel 1957 per Le notti di Cabiria

Ma la grandiosità di Giulietta Masina passa anche per le attività che amava svolgere oltre al cinema: fu ambasciatrice per l’Unicef per diversi anni. La Masina ci lasciò  il 23 marzo 1994, cinque mesi dopo il marito Federico Fellini. 

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