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Giornata della memoria

Giornata della memoria.

Il 27 gennaio del 1945 le truppe sovietiche dell’Armata Rossa, scoprirono ad  Auschwitz, il campo di concentramento in cui si consumarono gli omicidi di innumerevoli ebrei. Quel giorno vi trovarono oltre settemila prigionieri, vivi soltanto perché utilizzati come cavie per la ricerca medica, parte dei quali in maggioranza erano bambini sotto gli otto anni di età. 

 

E’ interessante tuttavia comprendere come ci si voglia rivolgere al concetto ampio di memoria, senza sottolineare solo questo avvenimento tanto brutale quanto impossibile da dimenticare, ma si desideri lasciare uno spiraglio ad una forma di ospitalità universale che tenga conto di come tutt’oggi esistano altri campi di concentramento, quello della pedofilia, della violenza alle donne e agli anziani, quello dell’emarginazione, del pregiudizio, dell’abuso di potere, della diffamazione, della manipolazione politica, dell’indifferenza sociale nei riguardi del dolore e della sopraffazione silenziosa che ci governa.

Ricordiamo   le vittime dell’Olocausto, senza comprendere quante stanze al buio contengano anche oggi tristezza, angoscia, rabbia, incontrollato dominio sugli indifesi. Ci sono campi di concentramento taciuti, sotto ai nostri stessi occhi, ogni giorno, ogni notte. La giornata della memoria abbraccia tutto questo, con il suo simbolo feroce sull’omertà, sull’ipocrisia dei governi, sulle associazioni che ne fanno un abito elegante per sfoggiare la propria presenza. Rispetto dunque, su questo termine dignitoso, Memoria, che porta con sé bagagli pesanti senza nome e senza un luogo preciso dove poterne conservare il volto, gli occhi, il respiro .

Eleonora Giovannini

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