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Il Coronavirus sta mutando, un bene o un male?

Secondo diversi studi, l’evoluzione del Sars-CoV-2 in molte parti del mondo sta virando verso l’omoplasia, ossia l’adattamento all’uomo. Questo è uno dei risultati di uno studio pubblicato da alcuni ricercatori capeggiati da Francois Belloux dell’Istituto di Genetica dell’University College di Londra, sulla rivista Infection, Genetics and Evolution. I ricercatori hanno analizzato 7666 sequenza del coronavirus provenienti da diverse aree del mondo e hanno rilevato almeno 198 mutazioni diverse e indipendenti.

Quai l’80% delle quasi 200 mutazioni hanno sviluppato cambiamenti nel virus a livello di proteine, specialmente nella proteina Spike, che serve al virus per agganciarsi alle cellule degli esseri umani. Nell’articolo pubblicato, a riguardo, leggiamo che:

Il fatto che in questi siti [Le proteine Spike, NDR] ci siano più di 15 mutazioni può indicare un’evoluzione convergente e sono di particolare interesse nel contesto dell’adattamento della SARS-CoV-2 all’ospite umano”.

Questo, insieme ai dati che provengono da tutto il mondo riguardo la diminuzione della letalità del Covid-19, indicherebbe che il virus si stia non solo adattando all’uomo, ma adattando per essere meno letale. Un virus con la virulenza diminuita così da diventare meno morale e poter sopravvivere più a lungo.

Sarà questo il futuro? Un coronavirus più blando, meno mortale? Per ora sono solo ipotesi, la speranza primaria per debellare questo virus resta il vaccino, che sembra in dirittura d’arrivo, almeno sulla carta, per la fine del 2020. Per il 2021 tutto il mondo dovrebbe avere accesso, se i vaccini prodotti si riveleranno funzionanti (cosa non scontata) e forse non dovremmo fermarci ad attendere, o sperare, che il covid 19 diventi meno mortale.

Domenico Attianese

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