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Lavoro & Economia

Aste immobiliari, Reviva vende il 12% degli immobili a Torino

Con Val della Torre, un intero complesso in asta nella periferia torinese, la startup è riuscita a far aggiudicare tutti i 107 lotti in vendita in un anno, ad un prezzo complessivo di 3.354.383 euro

Aste immobiliari: Reviva, prima startup specializzata nella vivacizzazione delle aste immobiliari, riesce a vendere in un solo anno il 12% degli immobili in asta nell’intera città di Torino. È una rivoluzione del settore economico. È bene ricordare che nel comune di Torino sono 866 i lotti all’asta nel 2020, di cui 107 venduti da Reviva. Si tratta di un risultato importante, che ha avuto un forte impatto positivo per i creditori, per l’economia e per il mercato immobiliare. Tutto questo è stato possibile grazie al metodo di Reviva che unisce intelligenza artificiale, big data e marketing esperienziale, con l’obiettivo di aumentare il numero di immobili venduti all’asta ed evitare la svalutazione dovuta alle numerose aste andate deserte. Per la startup questo è un traguardo ancor più significativo, se si considera lo stop del settore a partire da marzo 2020 in ottemperanza dei decreti dell’emergenza da Covid-19, che hanno bloccato molteplici incanti e rallentato il mercato immobiliare nel suo insieme.

La vivacizzazione delle aste immobiliari

I benefici non riguardano soltanto i creditori ma l’intero contesto economico e sociale. A causa del fallimento della società costruttrice 107 lotti sono andati all’asta con il rischio di una forte svalutazione e di essere venduti a un prezzo molto inferiore al loro reale valore. Ciò avrebbe comportato il mancato recupero dei crediti, sia per le banche sia per le imprese creditrici della società, che avevano partecipato ai lavori senza ottenere i loro ricavi. Non dimentichiamo che se gli immobili avessero subito numerosi ribassi del prezzo, ciò avrebbe portato alla svalutazione degli altri immobili presenti nell’area. Reviva è intervenuta a febbraio del 2020, dopo che il primo esperimento di vendita a dicembre del 2019 era fallito.

Francesco Fravolini

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