Cuccioli “difficili”, come comportarsi

Quando si adotta per la prima volta un cane si crede che “uno vale l’altro”. In realtà basta avere un po’ di esperienza cinofila per sapere che non è così. Ogni cane ha delle attitudini trasmesse dalla genetica e un carattere che è frutto sia di dinamiche ereditarie sia delle esperienze vissute durante la vita, proprio come le persone. Di questo ci si rende conto con chiarezza quando nella nostra vita si sono susseguiti accanto a noi più cani. In alcuni casi particolari, anche i proprietari più esperti vengono messi a dura prova da un cucciolo “difficile”. Come comportarsi in queste situazioni? Di fronte ad un cane iperattivo, nel momento in cui la sua vivacità diventa eccessiva, si può simulare il comportamento della madre che “blocca” la prole nei momenti di forte eccitamento. Lo si può dunque prendere in braccio in modo da costringerlo ad evitare di muoversi o fermarlo con le mani. Questo deve essere messo in atto senza grida o strepiti e senza guardare il cane, in modo che effettivamente riesca a calmarsi. In secondo luogo bisogna cercare di non rivolgersi con rabbia al cane, questo infatti lo porterebbe a percepire la tensione e ad agitarsi ulteriormente. Ѐ necessario quindi avere pazienza, soprattutto se le prime volte i nostri interventi non risultano essere efficaci. In caso di mordicchiamenti durante il gioco, alle mani o altre parti del corpo, se il cane stringe troppo e ci procura dolore bisogna dargliene chiaro segnale, magari con un “ahi!” detto in maniera decisa ed interrompendo l’attività ludica. La strutturazione di un ambiente domestico sereno, silenzioso e calmo favorisce la tranquillità del cane. Spesso la sua iperattività è infatti fomentata da un ambiente rumoroso e confusionario e nel quale gli stessi membri della famiglia sono tesi, stressati o in conflitto tra di loro. Il cane percepisce queste situazioni di agitazione e ne viene immancabilmente influenzato. Il risultato è un contesto familiare che non ha la sensibilità e la capacità di relazionarsi con attenzione con esso, generando dunque nell’animale dei comportamenti che sono frutto di un disagio che sta vivendo e che non riesce ad esprimere altrimenti. In ultimo si deve considerare che a volte basta dare al nostro cane il tempo di crescere, la maturazione fisica porterà molti cuccioli a calmarsi spontaneamente. Una fase molto critica per esempio è quella del cambio dei denti da latte, in genere si nota un rilevante cambiamento del comportamento dopo questo periodo. Se non si nota un progressivo miglioramento nell’arco dei primi mesi di vita è opportuno rivolgersi ad un addestratore.

Glenda Oddi

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