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Parco Sigurtà, il giro del mondo tra piante e fiori

Immenso, lussureggiante, romantico, idilliaco, pieno di sorprese e misteri, questo è il Parco Giardino Sigurtà a Valeggio sul Mincio in provincia di Verona, a pochi chilometri dal Lago di Garda. Pluripremiato in campo internazionale e nazionale, ma soprattutto amatissimo dal pubblico di tutte le età, il Sigurtà è davvero un mondo fatato in cui tutte le declinazioni della natura sono presenti nella loro forma migliore.

Qui si possono trovare le specie più belle, scoprendole tra viali che si inerpicano per le colline che custodiscono oasi dal sentore esotico, come bananeti o laghi di ninfee, e scorci del Castelletto che dimora nel parco tra piccoli rivoli d’acqua interrotti da laghetti e vasche. Tutto è curato, rispettato, amato, nel chiaro intento di presentare la bellezza della natura e il suo potere rilassante sull’anima. 

Il parco affonda le radici in una vecchia proprietà agricola detta popolarmente brolo per intendere una fattoria dotata di campo recintata da mura che fu acquistata nei primi anni del Quattrocento dal nobile veneziano Gerolamo Nicolò Cantarini che subito ne ampliò la dimora aggiungendo un piccolo giardino per lo svago. 

Qualche anno dopo la proprietà fu venduta alla famiglia Guarienti che la mantennero, con il suo giardino sempre più ricco, fino al Seicento quando passò ai Maffei a cui si deve il canale di irrigazione che dal fiume Mincio portava acqua a tutta la proprietà e permise di trasformare il parco secondo i canoni del giardino inglese. Un vero paradiso terrestre che all’epoca ispirò i versi di Ippolito Pindemonte: “Sì Dilettosa Qui Scorre La Vita / Ch’io Qui Scrupolo Avrei Farmi Eremita” scolpiti su una lapide ancora presente nel bosco. 

Non solo poeti, ma anche imperatori, Francesco Giuseppe I d’Austria e Napoleone III di Francia vollero soggiornare qui nell’Ottocento come clienti dei nuovi proprietari Nuvoloni con i quali, però, arriva la divisione del parco e il suo inevitabile disfacimento. 

Eccoci alla storia più recente, quella della rinascita, tutta scritta da un imprenditore farmaceutico ben noto e di successo: Giuseppe Carlo Sigurtà che nel 1941 acquistò tutta la proprietà e fece tornare a far splendere giardino e colline ormai dimenticate grazie alle acque del Mincio con i vari ruderi degli edifici antichi come il piccolo eremo, il castello e la grotta. Dai 22 ettari acquistati, Sigurtà arrivò a possederne ben 60, quelli tutt’oggi visitabili a piedi, in bici, con il trenino o con il golf-cart. Non finisce qui, perché il dottor Sigurtà non tenne per sé questo gioiello a cui aveva dedicato tutte le sue attenzioni, ma lo aprì al pubblico il 19 marzo del 1978 quando i visitatori salirono su un pullman per visitare tutto il parco.

La famiglia Sigurtà continua ancora oggi a gestire questo tesoro con Giuseppe e Magda Sigurtà, nipoti di Carlo Sigurtà, il fondatore del Parco, a tutelare e far crescere questo splendido giardino con molti altri ampliamenti come il grande labirinto realizzato con le piante di Tasso, studi botanici, appuntamenti ed eventi per sensibilizzare i più giovani alla conoscenza dell’ecosistema, alla salute dell’ambiente e delle persone con prestigiosi riconoscimenti che sono venuti da istituzioni mondiali.

Il Parco Sigurtà è aperto dai primi giorni di marzo ai primi di novembre: quest’anno l’ultimo giorno di apertura sarà il 13 novembre . Per informazioni: https://www.sigurta.it/welcome

Federica Candelaresi

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