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Renzo Armezzani: lo scrittore incurante del successo

Filosofo e scrittore marchigiano, un pensatore che nel fabrianese ha lasciato il segno.

Autore di diversi libri, tra i quali Favole in attesa, Parole tra anziani, il terzo servo e saggi di natura filosofica, Renzo Armezzani, (1919-1994) è nato e vissuto a Fabriano, insegnando storia e filosofia presso il Liceo Classico, dove è stato per lungo tempo anche Preside.

Ha collaborato per l’Azione, il settimanale di Fabriano, attraverso numerose riflessioni riguardanti la società in tutti i suoi aspetti. Il Centro Studi Don Giuseppe Riganelli, a seguito della sua morte gli ha intitolato la biblioteca del liceo classico e ha curato in suo onore una pubblicazione, ad occhi aperti. Una sorta di raccolta dei suoi scritti ancora in ombra, come d’altronde lo era lui, perché profondamente umile e desideroso più di accentuare il talento dei suoi allievi che il proprio. E’ infatti ricordato come conoscitore profondo dei giovani, tanto che la sua casa era ogni giorno frequentata da scrittori in erba, da pittori, musicisti, artisti in cerca di una sua guida. Gli è stata dedicata anche una canzone, sempre in nome di quell’amore che era facile nutrire per lui.

Carismatico, ancorato ad una cultura contadina, quella in cui l’umanità e il pathos si manifestano al pari di un profumo stagionale, si distingueva come persona che preferiva la natura, la bellezza, all’aridità degli intellettuali e di troppi dotti.

Non sono un intellettuale” dichiarava sempre, lo sottolineava con ironia, ma anche con disprezzo verso chiunque si affidasse a qualsiasi atteggiamento che non fosse autentico. Amava il vero e la purezza, così come era in grado di avventarsi contro dichiarazioni prive di intelligenza.

Gli stupidi sono più pericolosi dei cattivi“, sosteneva.

Il suo modo diretto di comunicare e di esporsi con le proprie idee, non lo rendeva simpatico a tutti, talvolta era erroneamente considerato altezzoso. Succede, quando una persona è per sua stessa natura superiore sia intellettualmente che spiritualmente. Conobbe personalmente Giuseppe Ungaretti, i due erano soliti ammirare insieme le donne che incontravano, osservandole e descrivendole in loro stessa presenza. A Renzo Armezzani non interessava il successo, rifuggiva ogni forma di esibizionismo e scriveva senza pensare mai alle possibili pubblicazioni. Aveva una personalità fascinosa, per la quale era ricercato da chiunque, forse anche per quel suo snobbare il mondo in nome di un altro mondo, di un’altra dimensione che in pochi sanno abitare. La sua sensibilità eccessiva lo spinse fino a manifestazioni per certi aspetti sconcertanti, come la premonizione della sua morte, preannunciata tra le righe dell’ultimo dei suoi diari. Sottolineando come il giorno 6 fosse una data riconducibile a molti aneddoti della sua vita, aggiunse: “Chissà che non sia anche il giorno della mia morte”.

Si accasciò sul sedile della sua auto, di domenica, rientrando a casa con la moglie, il sei agosto, pochi giorni dopo.

Ora è a metà, tra ricordo e scoperta, come avviene spesso, quando personaggi di livello hanno vissuto la loro esistenza incuranti di quella grandezza.

E il tempo, si sa, odora di mosto, mentre macera l’ingresso di un luminare, nella pagina indelebile dell’immortalità.

Eleonora Giovannini

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