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Il patto col diavolo di Robert Leroy Johnson, massima leggenda del blues

«Devo correre, il blues cade come grandine e il giorno continua a tormentarmi… c’è un segugio infernale sulle mie tracce»

Sono queste le parole di Hellhound on My Trail, canzone composta dal chitarrista e cantautore statunitense Robert Johnson, che fece parte della scena blues nei primi decenni del Novecento, diventando leggenda per intere generazioni che a lui si ispirarono: dai Rolling Stones ai Led Zeppelin, da Bob Dylan a Eric Clapton e jimi Hendrix.
Una biografia oscura e poco documentata, una vita difficile e tormentata, segnata dalla perdita della prima moglie (la sedicenne Virginia Travis), che porterà l’artista a rifugiarsi nell’alcool e nelle donne. Un secondo matrimonio fallito, uno scarso talento musicale che improvvisamente si trasforma in perfezione assoluta e una morte precoce, avvenuta in circostanze misteriose, a soli ventisette anni: tutti questi elementi fanno parte del complesso enigma Robert Johnson.
La leggenda, alimentata dallo stesso Johnson, racconta, infatti, che questi avesse stretto un patto col diavolo in persona «presso un crocevia desolato», allo scoccare della mezzanotte, ottenendo la capacità di suonare la chitarra meglio di chiunque altro in cambio della sua anima.

Traslato su una dimensione reale, l’incontro avvenne, probabilmente, con il grande bluesman Ike Zimmerman, che accettò di fargli da maestro insegnandogli tutto quello che Robert non aveva avuto l’opportunità di
apprendere da bambino a causa della sua difficile condizione economica.

Tuttavia, le leggende sulla sua figura si moltiplicarono nel corso del tempo e Robert venne addirittura additato come “emissario del demonio”: un po’ per la sua inconsueta abitudine di suonare nei cimiteri, un po’ per il
contenuto dei suoi testi (che quasi sempre alludono a spettri e demoni interiori), e un po’ per la straordinaria capacità di riprodurre istantaneamente e senza sforzo qualsiasi melodia il suo orecchio ascoltasse anche distrattamente.
Una voce profondamente evocativa, dunque, e una stupefacente tecnica chitarristica, la migliore del Delta blues, basata sul fingerpicking (metodo che consiste nel pizzicare le corde della chitarra direttamente con le dita, senza l’ausilio del plettro).
Anche la sua prematura morte resta avvolta nel mistero. Come testimoniarono i suoi compagni Sonny Boy Williamson II e David Honeyboy
Edwards, fu probabilmente avvelenato dal proprietario del locale Three Forks (vicino Greenwood), dal momento che da diverso tempo intratteneva una relazione con sua moglie, ma molti, osserva Greil Marcus, «giurarono che morì in ginocchio, sulle sue mani e che la sua morte avesse qualcosa a che fare con la magia nera».

Ambra Belloni

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