Image default
Ambiente & Società In evidenza

Lo sciopero silenzioso che grida giustizia

Un anno fa ormai, in Myanmar i militari con un golpe avevano preso il potere, mettendo in carcere Aung San Suu Kyi, l’allora capo di governo che era stato eletto dopo elezioni democratiche dal popolo. L’anno è stato caratterizzato da brutale violenza e proteste praticamente continue. Si stimano almeno 1500 persone uccise, oltre 12mila arresti e quasi mezzo milione di sfollati. Anche l’Occidente sembra piuttosto in difficoltà a trovare soluzioni al di fuori delle sanzioni.

A cause di queste repressioni, le persone hanno praticamente smesso di marciare e protestare. In occasione del primo anniversario dalla presa del potere dei militari, avvenuta il primo febbraio 2021, hanno però trovato un’altra via per manifestare il loro scontento. Stiamo parlando dello “sciopero silenzioso”. Questa forma di protesta consiste nel restare chiusi in casa, nel chiudere i negozi e nel lasciare che le strade (normalmente molto frequentate e trafficate) restino deserte.

In questi giorni è questo che sta avvenendo. Ci sono diverse immagini che stanno circolando in rete che ne danno testimonianza. Veicolo per l’organizzazione di questa enorme protesta “silenziosa” sono stati i social. Questo ha permesso ai militari al governo di promettere forti multe e addirittura processi a chiunque avrebbe aderito allo “sciopero silenzioso”. Ovvio che siccome sarebbe difficile punire chi resta semplicemente a casa propria, il governo militare si è focalizzato nel punire tutti i negozianti e commercianti che avrebbero lasciato chiuso le proprie attività.

Molti di loro allora hanno risposto aprendo i propri negozi e botteghe per poi andarsene. Sui social e in rete sono infatti circolate delle immagini che ritraggono dei negozi con vasi e contenitori vuoti con le scritte che indicano i prodotti che invece non erano presenti.

In questo contesto quasi surreale il silenzio e il vuoto regnavano ovunque, fatta eccezione per uno sparuto gruppo di sostenitori del governo e i militari stessi. Infatti essi hanno deciso di marciare per le strade con un sottofondo musicale del proprio inno nazionale. Una musica che è sembrata ancor più alienante e spettrale dato il silenzio dovuto al vuoto nelle strade cittadine (video: https://www.youtube.com/watch?v=a1rhOL_0Y2o).

“La non violenza è l’arma dei forti” sosteneva il Mahatma Gandhi e grazie alla famosa marcia del sale, del marzo 1930 in India, forse uno degli eventi più famosi di non-violenza della storia, riuscì a farsi valere. Chissà se lo “sciopero silenzioso” e non violento dei cittadini del Myanmar possa aiutare la loro riconquista della libertà e della democrazia.

Riccardo Pallotta

Altri articoli