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Quei misteri che caratterizzano la Tuscia

Sono straordinari i risultati di Castel d’Asso, a pochi chilometri da Viterbo, di San Giovenale, presso Civitella Cesi, di San Giuliano, quasi in vista di Barbarano Romano, senza tralasciare l’affascinante Blera.

C’è una ideale integrazione tra la natura e i resti degli antichi insediamenti quando visitiamo la Tuscia. Sono straordinari i risultati di Castel d’Asso, a pochi chilometri da Viterbo, di San Giovenale, presso Civitella Cesi, di San Giuliano, quasi in vista di Barbarano Romano, senza tralasciare l’affascinante Blera. Nei territori sono presenti tombe rupestri, databili dal VII al IV secolo a.C., capaci di far vivere al turista il famoso mistero etrusco. Le particolarità delle località si adattano bene al visitatore esigente il quale sceglie determinate località per conoscere storia e folklore della stupenda Italia. La Tuscia può garantire spettacolari paesaggi dove le testimonianze del passato sono le autentiche protagoniste, pronte ad affascinare le persone durante tutto il tour.

Il tour nella Tuscia

La Necropoli di San Giuliano è situata a due chilometri da Barbarano Romano. C’è una rassegna straordinaria con la quale possiamo rivivere il grande mito compreso quel mistero, al fine di conoscere la storia di quel popolo, il culto per i loro defunti. Non mancano monumenti in una specie di bosco sacro. La necropoli etrusca di Tarquinia, immancabile meta del turismo mondiale, è strettamente collegata al Museo Nazionale Tarquiniese. Una quarantina di tombe sono caratterizzate da un dipinto particolare o da altri elementi. La Tomba del Tifone, quella degli Scudi, l’altra dei Giocolieri, la Tomba dei Cavalli, quella della Nave, quella dei Tori, quella delle Olimpiadi, la Tomba degli Auguri. Tombe ipogee etrusche anche a Vulci, territorio archeologico molto vicino al confine toscano. Il passaggio obbligato è per visitare Blera, severo paese sospeso sull’orrido del torrente Biedano. Si possono vedere pareti a strapiombo, con i grandi fori e le aperture di particolari tombe rupestri. È un’altra pagina della civiltà, dell’arte etrusca, oltre a essere una delle più vaste e impressionanti immagini che il paesaggio laziale riesce ancora ad offrire al turista.

Francesco Fravolini

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