Nel 1961 Lilli Lembo e Giuliana Calandra presentarono il Festival di Sanremo senza figure maschili
Proprio in questi giorni cade il 64° anniversario dell’edizione del Festival di Sanremo presentato, per la prima volta, da due figure femminili. In vista dell’ormai imminente kermesse musicale della città dei fiori, vale la pena sottolineare questa particolarità di un’edizione, quella del 1961, che volle dare un segnale di novità, volontà di infrangere i rigidi schemi del mondo della musica e del costume italiani, sia proponendo la sorprendente quanto dibattuta scelta di proporre due donne alla conduzione, che di superare vecchie formalità che finivano per ingessare troppo il Festival. Il risultato fu un bailamme di polemiche: per l’anello al dito mignolo sfoggiato dal cantante Umberto Bindi, che i bacchettoni sostenevano fosse il segnale della sua omossesualità, per l’interpretazione di Adriano Celentano (con “24mila baci”) che osò dare le spalle al pubblico mentre si muoveva molleggiato sul palco, per i gesti e le posture di diversi cantanti, tra cui diverse donne, considerate troppo ammiccanti e ambigue. Poi, giornalisti e pubblico, crearono il forte dualismo tra Mina e Milva, con la “vittoria”, si fa per dire, di quest’ultima sull’artista di Cremona. Ma torniamo alle due conduttrici di quel Festival: parliamo di Giuliana Calandra (Moncaleri 10 febbraio 1936 – Aprilia 25 novembre 2018) e di Lilli Lembo (Canosa di Puglia 20 ottobre 1937). Quest’ultima è una donna dello spettacolo a tutto tondo, partendo come “Signorina Buonasera” e passando alla conduzione di Canzonissima nell’edizione del 1960. Sempre negli anni sessanta recitò nella serie TV poliziesca (allora chiamata sceneggiato) “Le avventure di Laura Storm”, mentre, nello stesso anno della conduzione del Festival, fu protagonista della pellicola d’antologia, “Il giudizio universale”, con la regia di Vittorio De Sica.
In tutto la Lembo ha recitato in una decina di film per il grande schermo, dimostrandosi anche un’ottima presentatrice.
Giuliana Calandra in quel Festival del 1961 arrivò grazie ad un buon curriculum nel teatro e nella prosa televisiva: nel 1958 esordì davanti alle telecamere con lo sceneggiuato “La spada di Damocle”, mentre, subito dopo il Festival del 1961, la trovammo nella serie “Il piccolo caffè”.
Dopo diverse esperienze nella prosa, ecco che nel 1972 fa il proprio esordio al Cinema con “La Calandria”, al fianco di Lando Buzzanca. Dopo altri sei lavori per il grande schermo, ecco che nel 1975 arriva l’opera cinematografica che la renderà ancora più popolare al pubblico, interpretando la scrittrice Amanda Righetti nel capolavoro dell’horror “Profondo Rosso”, di Dario Argento.
Per il Cinema recitò in circa sessanta film, più una ventina di apparizioni nelle serie per il piccolo schermo.
Quel Festival del 1961 venne realizzato (al Casinò di Sanremo) su quattro serate (26, 27, 28 gennaio e 6 febbraio), le prime tre furono condotte dalla Lembo e dalla Calandra, mentre nella finale del primo lunedì di febbraio, quest’ultima fu sostituita dall’attore milanese Alberto Lionello, non si sa bene se per intiepidire le polemiche legate a chi non accettava una conduzione esclusiva di due donne per tutte le serate, oppure per una linea della direzione artistica già decisa con anticipo.
Fatto sta che, per vedere una donna come conduttore principale del Festival di Sanremo, occorrerà attendere venticinque anni, quando, nel 1986, sul palco a presentare il popolare evento fu chiamata Loretta Goggi.