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La dea Sekhmet

Sekhmet era venerata come divinità della guerra, delle epidemie e delle guarigioni, e tra le sue caratteristiche vi erano la ferocia, la violenza e l’ira distruttiva.

Per gli antichi egizi il suo respiro era in grado di generare il deserto, ed era la patrona dei faraoni, specie in ambito militare; considerata una divinità solare era rappresentata con il disco solare sul capo.

A volte, era definita figlia di Ra, sposa di Ptah e associata a Bastet e ad Hathor.
Unendosi con Ptah, avrebbe generato Nefertum, il dio del profumo, di conseguenza, con Ptah e Nefertum erano venerati come una triade.

Uno degli epiteti di Sekhmet era: “la rossa signora” e per questo era raffigurata vestita di rosso, il colore del sangue, occasionalmente, poteva essere raffigurata quasi o completamente svestita.

Le statue di Sekhmet furono trovate principalmente nel tempio di Mut, a Karnak, dove ne furono contate circa 600, quasi tutte fatte costruire da Amenofi III, il quale, afflitto verso la fine della sua vita da numerose patologie, avrebbe cercato di attirare la benevolenza della dea delle guarigioni, infatti, i suoi sacerdoti erano definiti medici ed erano chiamati spesso, quando c’era da curare patologie ossee, quali fratture e traumi simili.

Benedetta Giovannetti

foto: wikipedia

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