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La giuria del 72esimo festival di Cannes è (anche) donna e italiana

La regista e sceneggiatrice Alice Rohrwacher affiancherà insieme agli altri giurati il presidente Alejandro Iñárritu al prossimo Festival di Cannes.

Non c’è molta Italia, quest’anno, a Cannes. Unica eccezione è “Il Traditoredi Marco Bellocchio, per il resto non c’è un solo film italiano in tutta la Selezione Ufficiale, e lo stesso vale per la Quinzaine des Réalisateurs e per la Semaine de la Critique, le sezioni autonome che si svolgono durante il festival.

Ma una bella notizia è arrivata proprio alcuni giorni fa: nella Giuria Internazionale presieduta da Alejandro Gonzalez Iñárritu che assegnerà la Palma d’Oro e tutti gli altri premi del Concorso ci sarà anche Alice Rohrwacher, la regista e sceneggiatrice toscana doc, sorella dell’attrice Alba Rohrwacher, che proprio a Cannes ha presentato tutti i suoi film: prima Corpo Celeste che nel 2011 era nella selezione della Quinzaine, e poi Le meraviglie e Lazzaro felice, entrambi in Concorso, che hanno ottenuto rispettivamente il Grand Prix Speciale della Giuria e il premio per la miglior sceneggiatura nel 2014 e nel 2018.

Tre film, tre riconoscimenti: un primato che in pochi (uomini compresi…) possono vantare perché il Festival di Cannes la ama e lei ama Cannes. Dunque era solo questione di tempo prima che la Rohrwacher venisse promossa a giurata del festival. Un riconoscimento ovviamente meritatissimo, che arriva con questa 72esima edizione.

Quest’anno, tra l’altro, la giuria di Cannes è un po’ più in rosa: oltre alla Rohrwacher, figurano l’attrice americana Elle Fanning (la principessa Aurora in Maleficent e Mary Shelley in Mary Shelley – un amore immortale), l’attrice del Burkina Faso Maimouna N’Diaye, la regista e sceneggiatrice Kelly Reichardt (Wendy and Lucy). La quota azzurra annovera, invece, il regista, sceneggiatore e montatore francese Robin Campillo, il regista greco Yorgos Lanthimos, quello polacco Pawel Pawlikowski (Cold War), oltre al cineasta e fumettista francese Enki Bilal.

Anna Rita Felcini

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