Pane sospeso: la buona prassi con cui si dona il pane dal nord al sud Italia

Quali sono e dove si trovano i panifici che aderiscono all’iniziativa

Dalla tradizione partenopea del “caffè sospeso” al “pane sospeso” il passo è stato breve. Specie in tempi, come questi, in cui è sempre più difficile fare la spesa. Vediamo quindi di saperne di più di questa buona prassi nata dal buon cuore di chi, per un motivo o l’altro, lascia pagato un caffè per un avventore che magari non se lo può permettere. Un caffè dunque che viene prepagato da una persona che resta anonima e che va a beneficio di altri. Quindi al barista viene solo chiesto di fare da intermediario tra chi paga e chi beneficia della fumante “tazzulella ‘e cafè”.

Passando dal caffè all’ “oro biondo”, visti i rincari del prezzo del grano, lo spirito che sta alla base del gesto è lo stesso che anima anche la pratica del “pane sospeso”. Così da Napoli la pratica di lasciare pagato il pane è passata in breve tempo anche a Bologna, Milano e Roma. Ciò che accomuna un po’ tutti gli esercizi commerciali è la tutela della privacy. L’aiuto infatti deve restare totalmente anonimo. Per riconoscere i panifici del “circuito” basta aguzzare la vista. C’è infatti chi espone accanto alle ceste del pane, pronto per essere donato, delle scritte piuttosto esplicite come “Se hai fame, prendi!”. C’è poi anche chi lascia letteralmente fuori dalla vetrina delle ceste con sacchetti di panini, pizze focacce invendute a fine giornata.

C’è anche chi ha fatto, come si dice, le cose in grande. Si sta parlando della Puglia dove l’Associazione NoixVoi di Ruvo di Puglia è riuscita a coinvolgere ben cinque panetterie mettendo così in moto un processo ancora più amplio. Tra i panifici pugliesi che hanno aderito: Il panificio Di Vittorio, La Spiga, Pane e Dolcezze, Cascione, e la panetteria Marcone. Altri panifici che hanno sposato l’idea quelli dei fratelli Ferrari a San Felice sul Panaro e a Mirandola in provincia di Modena. Risalendo verso il nord Italia, c’è anche il panificio Bonfanti di Summaga di Portogruaro, come anche la Forneria Milesi a Rodengo in provincia di Brescia dove la pratica presenta una variante. E cioè oltre alla donazione lasciata dal cliente si aggiunge il rilancio da parte del gestore, facendo così crescere la cifra a disposizione per le donazioni di pane.

Realtà similari si riscontrano anche in Toscana nel comune di Capannori, in provincia di Lucca, con il forno Martinelli. Come anche a Trento, a Grottaglie in provincia di Taranto, e Agrigento in Sicilia. A Lecco in Lombardia l’iniziativa ha visto la discesa in campo anche di Confcommercio, mentre a Salerno l’iniziativa “pane sospeso” è stata patrocinata dallo stesso Comune in partnership con la Confartigianato. In alcune realtà si sono mosse pure la Caritas e la Croce Rossa italiana che hanno provveduto a distribuire le scorte di pane alle famiglie da loro seguite. Una vera e propria gara di solidarietà che ci si augura possa mettere in moto dei processi di reciprocità di portata sempre più amplia, specie in questi tempi di rincari sui prezzi di alimenti base come il pane.

Maria Teresa Biscarini

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