Il Barbagianni, il fantasma dei cascinali

Tra i rapaci notturni europei il Barbagianni (Tyto alba) é il più particolare.
É infatti l’unico Strigiforme appartenente alla Famiglia dei Tytonidae che
comprende 20 specie dei generi Tyto (17 specie) e Phodilus (3 specie).
Distribuito praticamente in tutto il mondo, Antartide escluso, si differenzia
dagli altri rapaci notturni, i gufi della famiglia Strigidae, per alcuni
particolari morfologici come le clavicole fuse con lo sterno ma anche a
livello visivo é facilmente riconoscibile dai nostri gufi europei. Ha infatti
una particolare forma della disco facciale “a cuore” che, unito al piumaggio
candido e agli occhi scuri lo rendono inconfondibile. La sottospecie che
nidifica in Italia (T. a. alba) ha parti interiori completamente candide ma in
inverno possono capitare individui provenienti dal Centro Europa della
sottospecie T. a. guttata dal ventre tendente all’arancione.
É una specie legata all’agricoltura tradizionale e soffre quella intensiva: per
questo motivo è ancora abbastanza diffuso al centro-sud ma sempre più raro
nella Pianura padana. Nidifica spesso in cascinali (ma anche ruderi e anfratti
rocciosi) ed é un grande predatore notturno di roditori. La sua vicinanza con
l’uomo ha portato la nascita di leggende negative verso questi uccelli (come
per tutti i gufi in generale) visti come fantasmi o demoni, anche a causa del

loro canto lugubre fatto di fischi e soffi emessi nel cuore della notte.
Daniele Capello

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