I gioielli di Tutankhamon, un tesoro che racconta

Seconda parte

Tutte queste armi ritrovate nella tomba del faraone non erano affatto semplici giocattoli ma erano delle vere e proprie armi da guerra.

Tra queste armi l’oggetto a cui il faraone era più affezionato era una piccola daga che ha rivelato molto a seguito di un’attenta analisi, sulla reale natura del faraone, svelando un faraone guerriero assetato di potere in questo e all’altro mondo.

La daga presenta un manico in oro con intarsi preziosi, un pomello in cristallo di rocca ed un fodero in oro battuto con decorazioni floreali.

Particolare di questa daga è la lama, interamente fatta di ferro, che però ai tempi del faraone era più rara dell’oro.

Tale ferro infatti non fu estratto né fuso in Egitto, grazie ad un’analisi chimica si è scoperto che la lama era stata creata da un meteorite che aveva disperso i suoi pezzi nella caduta e che tali pezzi erano stati trovati in Africa e di seguito forgiati e modellati.

Tutankhamon stesso infatti vedeva questa daga come un dono degli dei e per questo la volle vicina a sé in sepoltura.

Dall’analisi dei cocchi e dei frammenti d’oro emerge che il faraone si vedeva come un conquistatore al centro del mondo, presentandosi così al mondo come un potente guerriero disposto a tutto pur di ottenere il potere.

La corazza era composta da almeno 2000 squame di cuoio unite da corta e con creste in superficie per renderla resistente e flessibile, il suo spessore e la sua flessibilità la rendevano estremamente resistente alle frecce nemiche, un oggetto dunque più da guerra che da parata come invece si pensava.

Tutto questo unito agli archi, alle frecce e alle decorazioni trovate fa veramente pensare che Tutankhamon abbia condotto gli egiziani in battaglia e che non fosse affatto il re gracilino e malaticcio che abbiamo studiato a scuola.

Benedetta Giovannetti

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