“Buio” è il thriller di Emanuela Rossi

Il film è su Mymovies dal 7 maggio 2020 e distribuito da Courier Film con la consulenza di Antonio Carloni. È interpretato da Denise Tantucci (La nostra strada, Tre Piani), Valerio Binasco (La guerra è finita), Gaia Bocci, Olimpia Tosatto, Elettra Mallaby e Francesco Genovese. 

Le novità cinematografiche raccontano di affetti e di storie legate alla famiglia. A evidenziare con una narrazione coinvolgente questa realtà sociale in costante crisi di identità è Emanuela Rossi che debutta come regista con il film Buio, dal 7 maggio 2020, su MyMovies, attraverso un sistema abbinato e coordinato con le sale cinematografiche e distribuito da Courier Film con la consulenza di Antonio Carloni. Si tratta di un thriller apocalittico pieno di speranza, interpretato da Denise Tantucci (La nostra strada, Tre Piani), Valerio Binasco (La guerra è finita), Gaia Bocci, Olimpia Tosatto, Elettra Mallaby e Francesco Genovese. Il film, che esce in streaming nell’ambito della campagna #iorestoacasa, è l’opera prima della regista, da lei stessa sceneggiato con Claudio Corbucci, anche produttore, ha vinto il Premio Raffaella Fioretta per il Cinema Italiano ad Alice nella Città 2019, è stato presentato in concorso al Tallinn Black Nights Film Festival 2019 ed è stato presentato in concorso al Festival Univercinè Italien di Nantes 2020, dove ha vinto il Prix des Lycéens. Realizzato con il contributo del POR FESR Piemonte 2014-2020 – Azione III.3c.1.2 – bando “Piemonte Film TV Fund” e con il sostegno della Film Commission Torino Piemonte, Buio è prodotto dalla Courier Film, con la produzione esecutiva della Redibis Film, con Daniele Segre e Daniele De Cicco.

«La famiglia è il nucleo della società, ma sappiamo tutti che spesso è anche il brodo originario delle nevrosi. Da una parte – commenta Emanuela Rossi – quelle dei genitori che per ansie di protezione, problemi caratteriali, narcisismi tendono ad ostacolare, se non bloccare, la crescita dei figli. Dall’altra parte i figli che assorbono queste nevrosi generandone a loro volta di nuove. Una catena di sofferenze! No, in Buio non c’è una rappresentazione idilliaca della famiglia, tutt’altro, è vista come un ring, un campo di battaglia, un groviglio di prigioni che i protagonisti principali, il Padre (Valerio Binasco) e Stella (Denise Tantucci), si costruiscono addosso, con sensi di colpa, accuse reciproche, rimozioni. in questa famiglia non c’è il classico conflitto padre severo e figlia ribelle, c’è qualcosa in più, ci sono due esseri che, a causa della nevrosi del padre, hanno dato vita ad una sorta di realtà parallela, un inferno domestico che coinvolge le sorelline più piccole. Da cui forse vorrebbero essi stessi scappare, ma si continuano a ripetere che è troppo tardi. In una sorta di estremizzazione aberrata e aberrante delle logiche del patriarcato. Metafora della loro condizione è la casa chiusa in cui vivono, con le finestre sbarrate, come fossero animali in trappola, senza via d’uscita. Come se in quel luogo ci fosse un buio della mente, un silenzio della ragione che non permette loro di vedere una via d’uscita. Sono queste le situazioni che portano al femminicidio, lo leggiamo tutti i giorni nelle cronache, purtroppo. Però, in questa famiglia come forse in tutte quelle malate, non c’è totale assenza d’amore. E non c’è nemmeno mancanza di bellezza e di poesia. Anzi, è forse il disperato bisogno di bellezza ed armonia del padre, a perderlo. Il padre che dice alle figlie che non possono uscire perché, con la catastrofe ambientale in atto, fuori è troppo dura per loro. Beh, forse è sincero. Posso addirittura capirlo, sono sentimenti che vengono ad ogni genitore oggi, di fronte ad un tale scempio della natura. E lo stesso vale per Stella, che anche se dice bugie alle sorelline, schiacciata dai sensi di colpa, è pur sempre una vice mamma meravigliosa, sempre pronta a coltivare in loro la forza, la disciplina, la speranza. E infatti Stella, rispetto al padre, sarà pronta – conclude Emanuela Rossi – a mettersi in gioco e ad iniziare un percorso di apertura e guarigione che la porterà a dire: “Il sole è guarito“». 

La trama
Stella, diciassette anni, vive con le due sorelle più piccole, Luce ed Aria, in una casa dalle finestre sbarrate, una sorta di eterna quarantena. Ogni sera, il padre rientra, si spoglia della maschera antigas e della tuta termica, porta il cibo e aggiorna le figlie con i racconti dell’Apocalisse in corso, che continua a decimare l’umanità. Ma all’interno della casa ci sono dei conflitti: le ragazze stanno crescendo, si modificano gli equilibri. Una sera il padre non torna. Stella decide di uscire, per cercare cibo.

Francesco Fravolini

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