ASD Castelfrettese; 50 anni di passione calcistica tra storia e futuro

Un volume di prossima pubblicazione ripercorre mezzo secolo di storia calcistica locale intrecciata con le vicende della frazione di Castelferretti. I particolari nelle parole del Presidente, Augusto Bonacci e del curatore, Luigi Tonelli

Accade sovente, in un Paese dove la passione calcistica da più di settant’anni coinvolge animi, corpi e passioni di ogni età, che un luogo fisico, per quanto piccolo, riesca ad identificarsi con la propria squadra al di là dei risultati conseguiti e, tanto più, allorquando questi travalicano i confini locali per aprirsi ad una dimensione più ampia.

È il caso di Castelferretti, frazione del Comune di Falconara Marittima (AN), di cui oggi costituisce un ideale prolungamento ma che vanta un nucleo urbano ben definito sorto all’ombra di un castello dei conti Ferretti, qui insediatisi a partire dal ‘200.

Il calcio, a Castelferretti, ha un nome e una storia, quella della Castelfrettese, Società Sportiva Dilettantistica nata all’inizio degli anni ’70 e che, quest’anno, in occasione dei suoi primi cinquant’anni, ha deciso di celebrare la ricorrenza dando alle stampe un volume che raccoglie testimonianze visive, documenti e racconti dalla viva voce dei protagonisti locali nella cornice di un consesso civile ben definito.

A parlarcene sono Augusto Bonacci, Presidente ASD Casltelfrettese” e Luigi Tonelli, tra i fondatori della Società, memoria storica nonché curatore del volume.

L’ASD Castelfrettese nasce, appunto, nel 1971 – spiega il Presidente Bonacci, un passato da calciatore anch’egli – è una Associazione sportiva che si muove nel mondo dilettantistico del calcio con la predilezione per il settore giovanile e la “prima categoria”. A dire il vero, in passato abbiamo anche militato anche in “eccellenza” che ricordo essere l’ultimo girone dei dilettanti e, a cavallo degli anni 1988 – 1990, quando in squadra giocavo anche io, abbiamo militato anche nella quarta serie nazionale, in girone D. Anche se è stata una esperienza breve bisogna ammettere che per una frazione di comune quale è Castelferretti, allora di appena 5.000 abitanti, è stato un gran bel risultato in termini di partecipazione e visibilità.
Tra l’altro, con un pizzico di orgoglio posso tranquillamente affermare che come società siamo sempre stati alla ribalta del calcio dilettantistico marchigiano
”.

Presidente, quante sono, attualmente, le persone coinvolte nella società, tanto dal punto di vista prettamente sportivo, quanto da quello dei Dirigenti e dei soci storici?
Dunque, abbiamo una prima squadra che coinvolge una trentina di giocatori, poi un settore giovanile che coinvolge circa 120 piccoli calciatori e che è gestito da 2 Società: Castelfrettese e UP Castelferretti Srl di cui abbiamo la maggioranza.
Per quanto riguarda Dirigenti e responsabili a vario titolo, c’è una bella compagine di circa 30 persone tutte coinvolte nello spirito del volontariato e della passione sportiva
”.

Prof. Tonelli, mi sembra di capire che lei sia l’anima storica di questa società.
Una delle anime storiche per la verità, perché io, con un gruppo di persone tra cui Claudio Pierdicca, il primo allenatore ufficiale, all’epoca seguivamo un gruppo di ragazzini di età compresa fra i 12 e i 14 anni che frequentavano gli spazi dell’Oratorio parrocchiale.
Inizialmente ci siamo appoggiati alla polisportiva dell’Oratorio, la Sabini che prendeva il nome in memoria di Giorgio Sabini, giovane castelfrettese deceduto nel ’57 a seguito dell’esplosione di un residuato bellico. Questa società, poi, nel 1968 si è evoluta nell’omonima Società sportiva di pallavolo maschile che oggi, peraltro, vanta ottimi risultati, mentre noi abbiamo proseguito l’attività nel settore calcio dapprima con l’iscrizione al Centro Sportivo Italiano, poi nella NAG della Federazione Italiana Gioco Calcio.
Dopodiché, cresciuta l’età del primo gruppo di ragazzi coinvolti è nata l’esigenza di costituire una società calcistica nel paese e dall’unione di queste due realtà è nata, nel 1971 l’Unione Sportiva Castelfrettese col chiaro intento di identificare la frazione con la società e la squadra.
Devo dire che, al tempo dei primi passi mossi in questo settore come società nessuno di noi avrebbe scommesso su un futuro così distante; cinquant’anni sono un bel traguardo. Pensi che, all’epoca noi allenatori non avevamo neanche la patente (allora si prendeva a 21 anni!) e per seguire le varie partite tutta la squadra si muoveva con i mezzi pubblici, cosa che, ci ha causato anche qualche problema come quella volta che, ritardando la partenza del mezzo, abbiamo perso a tavolino una partita
”.

Bonacci, come è evoluta la vostra ASD dagli anni’70 ad oggi passando da un’epoca in cui la società civile, soprattutto in provincia e in periferia, era ancora tanto legata a modelli partecipativi che vedevano nelle parrocchie e negli Oratori luoghi di forte aggregazione giovanile ad un quotidiano fatto di tantissimi stimoli ed offerte anche sportive e per il tempo libero?
In cinquant’anni di cambiamenti ce ne sono stati tantissimi: lei consideri che la mia esperienza ha coinciso con tutta la parabola della Castelfrettese: ho iniziato a giocarci da ragazzino, poi da adolescente, per diventarne nel tempo dirigente e ora Presidente.
La mia impressione, in qualità di giocatore, è sempre stata molto positiva; la Castelfrettese è stata una società-modello in grado di funzionare al meglio pur nelle ridotte dimensioni.
Certo, forse un tempo era più facile coinvolgere il territorio: consideri che per trent’anni una fonte di finanziamento per l’attività è stata la “Festa dei Ragazzi”: 10 giorni di sagra a cavallo del Ferragosto che impegnava tutti i volontari e che fungeva da catalizzatore per la frazione con attività sportive, ricreative, musica, ballo, cucina; un’animazione locale complessa, ma che intercettava pubblico e fruitori non solo dai dintorni ma anche dalle località balneari più “blasonate”, penso soprattutto a Senigallia
”.
Con queste opportunità di “cassa” non è difficile pensare che, proprio al culmine di quell’epoca di passaggio fra gli anni ’80 e gli anni ’90, ci siamo potuti permettere la serie D.
Oggi le cose sono un po’ più complicate perché l’offerta sportiva del territorio si è molto ampliata seguendo la domanda di un target in continua evoluzione e di un mondo giovanile più fluido ed incline ad un ampio ventaglio di stimoli per quanto riguarda il tempo libero.
In questo frangente è fondamentale il ruolo di noi dirigenti in termini di credibilità e di reputazione locale per non far mai venir meno la fiducia delle famiglie che ci affidano i loro figli
”.

In questo senso – interviene Tonelli – l’avvicendamento dei ruoli è stato molto importante, lo stesso Presidente attuale è stato giocatore così come molti giovanissimi sono nipoti di persone che hanno indossato la maglia della Castelfrettese.
Ecco, mi piace pensare che la vita di Castelferretti e viceversa, sia frutto di un rapporto molto stretto con la sua squadra
”.

Presidente, cosa comprendono, dunque, i festeggiamenti per questi primi cinquant’anni di attività?
Abbiamo in cantiere una serie di attività che si svolgeranno nei week end a partire dall’ultima settimana di agosto: sabato 28 avrà luogo la presentazione pubblica del volume curato dal Prof. Tonelli con i contributi fotografici e le varie testimonianze di tanti protagonisti della nostra storia all’interno di un momento di festa che coinvolgerà tutta la cittadinanza.
Poi, nelle tre domeniche successive, presso il campo da calcio, abbiamo organizzato dei raduni con tutti gli ex giocatori e altrettanti momenti conviviali e di festa
”.

Prof. Tonelli può raccontarci come ha inteso strutturare il volume celebrativo?
Il libro raccoglie testimonianze, storie e contributi fotografici di cinquant’anni di storia della Castelfrettese; io ho curato la ricerca del materiale con il contributo dei tanti protagonisti; la struttura generale, l’impaginazione grafica e l’editing delle varie memorie accanto alla mia personale. L’idea che volevamo perseguire era quella di una pubblicazione agile e snella nei contenuti, ma abbastanza esaustiva della ricchezza di eventi e documenti che si andava a raccontare.
Tutto questo, ovviamente, ha imposto una scelta, spesso anche dolorosa, dei materiali da scartare.
La difficoltà maggiore che ho riscontrato in questo lavoro è stata quella di scoprire e riscoprire materiali d’archivio spesso dimenticati e operare una cernita ragionata di foto e documenti. Sulle foto originali, tra l’altro, s’è dovuti intervenire graficamente per risolvere i problemi del tempo e della stampa di allora
”.
Ma la cosa più bella, confesso, è stata quella di riscoprire quanto forte sia l’attaccamento del Paese con la sua squadra, una compenetrazione completa di vita e storia societaria calcistica”.

Per la Castefrettese, dunque tanti auguri per i primi cinquant’anni e Ad majora!
Come ho scritto nell’introduzione al volume – chiosa Augusto Bonacci – il nostro auspicio è che l’entusiasmo che tanti di noi hanno messo in questo lavoro editoriale possa trasparire dalle pagine e dalle righe del volume stesso e che questo sia pure da stimolo per la curiosità dei più giovani ai quali si intende idealmente passare il testimone per i prossimi cinquant’anni”.

Inoltre – conclude Tonelli – non è nascosta la volontà di offrire un punto di partenza documentale a coloro che, tra dieci, venti o altri cinquant’anni vorranno proseguire nel racconto di questa avventura che, ripeto, è l’avventura di un luogo, prima ancora che, di una società sportiva”.

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