Amati, odiati e molto probabilmente invidiati da più colleghi, i Maneskin continuano a espandere il proprio successo in tutto il mondo, soprattutto negli Stati Uniti.
Il 2 febbraio, sul sito “Variety”, è uscito un lungo articolo che li riguarda, dal titolo “The Making of Måneskin: How Four Young Italians Became the Biggest Rock Band to Emerge in Years” (ovvero “The Making of Måneskin: come quattro giovani italiani sono diventati la più grande rock band emersa negli anni”).
“L’anno scorso, la band ha aperto per i Rolling Stones;” si legge all’inizio dell’articolo, “ha ottenuto una nomination come miglior nuovo artista ai Grammy Awards; ha scritto e registrato canzoni con Max Martin, l’hitmaker di maggior successo degli ultimi 25 anni; e ha illuminato alcuni dei più grandi palchi del mondo, inclusi i festival Coachella, Lollapalooza, Rock in Rio e Global Citizen. E in un trionfante concerto di ritorno a casa lo scorso luglio, si sono esibiti per più di 70.000 persone al Circo Massimo di Roma, l’antico stadio delle corse dei carri, a pochi chilometri dalla scuola media dove tre membri della band hanno iniziato a suonare insieme.
Ma forse la cosa più significativa è che i Måneskin sono la rara rock band tradizionale a sfondare a questo livello. La parte più insolita è che vengono dall’Italia, che non è rinomata come focolaio di talenti rock internazionali”.
Nel corso dell’intervista, Damiano David, Victoria De Angelis, Thomas Raggi ed Ethan Torchio hanno raccontato vari aneddoti, ripercorrendo tutta la loro storia sin dagli inizi, dal modo in cui si sono conosciuti e hanno formato la band, proseguendo con l’esperienza a X-Factor, la vittoria a Sanremo, l’approdo all’Eurovision Song Contest 2021, la collaborazione con produttori e artisti di fama internazionale, fino ad arrivare alla nomination ai Grammy Awards 2023 per la categoria “Best New Artist”.
Che piacciano o no, i Maneskin hanno lavorato sodo e fatto moltissima strada per arrivare dove sono adesso e con orgoglio continuano a riscuotere un successo ampiamente meritato.
Yami
