In questi ultimi giorni sta girando sui social un importante appello della Rete Regionale laziale Tartalazio. Il post contiene istruzioni fondamentali nel caso venissero rinvenuti individui di tartarughe in difficoltà sulle spiagge. La Rete Regionale Tartalazio è realizzata dalla Regione Lazio, in collaborazione con le Capitanerie di Porto e ha il compito di assicurare un rapido soccorso alle tartarughe in difficoltà e raccogliere dati sugli esemplari morti.
La campagna social di Tartalazio ha lo scopo di suggerire alle persone comuni i corretti comportamenti da tenere nel caso di ritrovamenti di individui vivi spiaggiati. In particolare è importante che l’animale non venga ributtato in acqua perchè se si è spiaggiato sarà sicuramente in difficoltà; inoltre è da evitare qualunque tentativo di liberare l’animale da eventuali lenze o ami per il rischio di aggravare le ferite e di venire morsi. La scelta migliore è quella di contattare direttamente la Capitaneria di porto al numero verde 1530: esperti raccoglieranno l’animale per portarlo ai centri specializzati. Solo nel caso di individui giovani di piccole dimensioni è consigliato raccoglierli e metterli in una bacinella piena d’acqua. Le tartarughe sono vittime dell’inquinamento dei mari, in particolare ingerendo sacchetti di plastica (scambiati per meduse), finendo intrappolate nelle lenze abbandonate, conficcandosi ami nella bocca; o finendo catturate accidentalmente nelle reti da pesca.
Le tartarughe marine sono rettili che fan parte dell’Ordine dei Cheloni che comprende anche le tartarughe d’acqua dolce e le testuggini terrestri. Nel Mediterraneo vivono 6 specie di tartarughe marine tra cui la Tartaruga comune, Caretta caretta, è la specie più diffusa. Nidifica anche in Italia: nel 2020, causa spiagge deserti per le restrizioni contro il Covid, si è registrato il record di nidi, ben 160, concentrati in Sicilia, Calabria, Campania, Puglia, Toscana e Lazio.
Daniele Capello
