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Ambiente & Società

STUPRO DI PALERMO, PARLA ROBERTO MIRABILE

Lo stupro di gruppo avvenuto noi giorni scorsi a Palermo ha scosso tutti. Abbiamo raggiunto telefonicamente Roberto Mirabile, Presidente Fondatore de “La Caramella Buona”, onlus che opera dal 1997 contro gli abusi, già Membro dell’Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, già Consulente d’Ambasciata a Roma e giornalista per chiedergli delle considerazioni a riguardo.

Cosa l’ha colpita di più riguardo ai fatti di Palermo?

Logicamente l’atrocità, la violenza di gruppo, la determinazione di questi ragazzi di abusare del corpo di una ragazzina indifesa, ma c’è un particolare che mi ha colpito molto: la difesa che una madre, se così, provocatoriamente, possiamo nominarla, ha preso del proprio figlio. Anziché capire la gravità dell’orrendo reato compiuto dal ragazzino, questa madre lo ha difeso e, anzi, gli ha consigliato criminalmente, rendendosi complice, di cancellare dal cellulare tracce di messaggi e video per ripulirsi la coscienza. Questa madre gli ha consigliato anche di infangare la reputazione di questa ragazzina facendola passare per una mezza prostituta. Noto un coinvolgimento perverso e osceno anche di alcuni adulti.

I ragazzi sono tutti molto giovani, come mai queste situazioni avvengono soprattutto in questa età?

Ci sono diversi motivi anche sociologici e non credo sia qui il luogo e il momento per andare ad approfondire. Le posso dire questo. In un’esperienza quasi trentennale della Caramella Buona sui crimini del sex offender purtroppo assistiamo statisticamente negli ultimi anni non solo ad un abbassamento dell’età delle vittime, parlo anche dei reati di classica pedofilia, purtroppo, ma assistiamo anche sempre più ad un preoccupante abbassamento dell’età degli abusanti. Ecco che abbiamo dei minorenni che purtroppo diventano dei veri e propri criminali. La pornografia e la pedopornografia purtroppo ha un suo ruolo perché sono ragazzini e ragazzine che sono con una visione perversa e del tutto sbagliata del rapporto tra uomo e donna. Nella pornografia che loro fruiscono su internet gratuitamente leggono e crescono con una visione sbagliata del rapporto intimo fra il maschio e la femmina.

Quindi, in sostanza, è anche colpa dei porno?

Non proprio del porno, ma di come i porno vengono usufruiti. Questo sì. Tra adulti è un conto, ma tra ragazzini in tenera età, noi facciamo corsi nelle scuole e ci sono bambini che accedono a delle immagini e dei filmati porno, questo diventa molto pericoloso.

Come si potrebbe mettere argine a questo fenomeno?

È un discorso molto complicato. Di base non esiste una bacchetta magica, però credo che sarebbe importante, così come si riporta nel nostro sistema scolastico l’educazione civica, anche una seria, difficile e non ipocrita educazione affettiva ed educazione sessuale per far imparare il rispetto del corpo altrui e del proprio corpo.

Come commenta le parole del giovane che ha iniziato a piangere e ha detto che la sua vita è rovinata?

Bene, ha capito che effettivamente si è rovinato la vita, ma l’ha rovinata prima a qualcun altro. Doveva pensarci prima.

Salvini parla molto di castrazione chimica. La Caramella Buona che cosa ne pensa al riguardo?

Guardi, io con Salvini ci vorrei parlare. La castrazione chimica è una bufala, noi lo diciamo da vent’anni. Magari funzionasse! Il trattamento farmacologico dell’abusante, del sex offender, si sta sperimentando da trent’anni in tutto il mondo, ma ha dei risultati che sono vicini allo zero virgola. Purtroppo, come ho scritto in questi giorni sulla stampa, l’arma letale potentissima del sex offender non è tanto in mezzo alle gambe, ma nella testa. È lì che dobbiamo operare.

Non funzionerebbe neanche come deterrente?

Assolutamente no.  A livello legislativo sarebbe anticostituzionale in Italia obbligare una persona a sottoporsi a un trattamento che gli studi scientifici mondiali ipotizzano che possa portare anche a dei tumori per cui per noi sarebbe molto difficile approvare una legge di questo genere. Detto questo, non è la strada attualmente corretta. È più uno slogan politico. Sono d’accordo se diciamo a livello di Stato, politico, scientifico e universitario di investire di più nella ricerca di qualcosa che possa arginare. Che sia una pillolina che forse sarà inventata fra trent’anni o un percorso psicoterapeutico. Attualmente l’unico deterrente quando tu becchi un pedofilo è metterlo in carcere. Sia ben chiaro.

Francesco Natale

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