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Scoperto un animale che respira senza ossigeno

Il piccolo parente della medusa è parassita e dimora nel tessuto del salmone

I ricercatori dell’Università di Tel Aviv (TAU) hanno scoperto un animale che respira senza ossigeno. La scoperta inaspettata cambia una delle ipotesi della scienza sul mondo animale.
Lo studio inerente la scoperta è stato pubblicato il 25 febbraio scorso negli Atti della National Academy of Sciences da ricercatori TAU guidati dal Prof. Dorothee Huchon della School of Zoology presso la Facoltà di Scienze della Vita di TAU e Steinhardt Museum of Natural History.
Il piccolo parassita Henneguya salminicola a 10 cellule vive nel muscolo del salmone. Mentre si evolveva, l’animale, che è un parente mixozoico di meduse e coralli, ha rinunciato a respirare e consumare ossigeno per produrre energia.
“Si pensava che la respirazione aerobica fosse onnipresente negli animali, ma ora abbiamo confermato che non è così”, spiega il prof. Huchon. “La nostra scoperta mostra che l’evoluzione può andare in strane direzioni. La respirazione aerobica è una delle principali fonti di energia, eppure abbiamo trovato un animale che ha rinunciato a questo percorso critico.”
Alcuni altri organismi come funghi, amebe o lignaggi ciliati in ambienti anaerobici hanno perso la capacità di respirare nel tempo. Il nuovo studio dimostra che lo stesso può accadere a un animale, probabilmente perché il parassita vive in un ambiente anaerobico.
Il suo genoma è stato sequenziato, insieme a quelli di altri parassiti di pesci mixozoici, nell’ambito di una ricerca sostenuta dalla Binational Science Foundation USA-Israele e condotta con il Prof. Paulyn Cartwright dell’Università del Kansas, il Prof. Jerri Bartholomew e il Dr. Stephen Atkinson della Oregon State University.
La natura anaerobica del parassita è stata una scoperta accidentale. Durante l’assemblaggio del genoma di Henneguya, il Prof. Huchon ha scoperto che non includeva un genoma mitocondriale. I mitocondri sono la centrale elettrica della cellula in cui viene catturato l’ossigeno per produrre energia, quindi la sua assenza indicava che l’animale non respirava ossigeno.
Fino alla nuova scoperta, si è discusso della possibilità che organismi appartenenti al regno animale possano sopravvivere in ambienti anaerobici. Il presupposto che tutti gli animali respirino ossigeno si basava, tra le altre cose, sul fatto che gli animali sono organismi multicellulari altamente sviluppati, che sono apparsi per la prima volta sulla Terra quando i livelli di ossigeno sono aumentati.
“Non è ancora chiaro per noi come il parassita generi energia”, afferma il prof. Huchon. “Potrebbe attingerlo dalle cellule di pesce circostanti o potrebbe avere un diverso tipo di respirazione come la respirazione senza ossigeno, che caratterizza tipicamente organismi non animali anaerobici.”
Secondo il prof. Huchon, la scoperta ha un enorme significato per la ricerca evolutiva.
“Si ritiene generalmente che durante l’evoluzione, gli organismi diventino sempre più complessi e che i semplici organismi monocellulari siano gli antenati di organismi complessi”, conclude. “Ma qui, proprio davanti a noi, c’è un animale il cui processo evolutivo è l’opposto. Vivendo in un ambiente privo di ossigeno, ha liberato geni non necessari responsabili della respirazione aerobica ed è diventato un organismo ancora più semplice.”

Riccardo Pallotta

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