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Riccardino, in arrivo l’ultimo Montalbano

Come Andrea Camilleri aveva promesso e voluto, alla sua morte sarebbe stato pubblicato l’ultimo volume della saga di Salvo Montalbano, già pronto e in cassaforte da anni. Un volume dove verrà presentato un Montalbano ormai stanco, vecchio, totalmente diverso rispetto a quello dei primi romanzi. Riccardino, l’ultimo volume della saga del Commissario Montalbano, è in arrivo per Sellerio. A quasi un anno dalla morte del grande scrittore.

L’onore di svelare le prime pagine del romanzo è stato di Antonio Manzini, un altro scrittore di punta della Sellerio, creatore di Rocco Schiavone, direttamente dalla versione online del Salone del Libro di Torino.

Il romanzo inizia con Montalbano che viene chiamato per andare sul luogo di un omicidio. Ci va controvoglia, volendo mandare Mimì Augello, e durante la strada fa alle persone l’effetto di una Rockstar. Persone dai balconi e dalle finestre che lo guardano e commentano “C’è il commissario Montalbano; Ma è quello della TV?; No, quello vero”. Una rete di commenti che rivela un raffinato gioco metatestuale, come già Camilleri aveva fatto altre volte, ma ora spinto all’inverosimile, quasi abbattendo del tutto la quarta parete. E di giochi metatestuali il libro ne è pieno, continuando con la chiamata del “Professor Camilleri” da Roma e molti altri.

Un Professor Camilleri che ha scritto questo romanzo oltre un decennio fa, con la precisa idea di mettere la parola fine alla sua creatura volontariamente, prima che fosse passato a miglior vita. Avere il totale controllo, come rivelò nel 2007:

Il povero Manolo Vazquez Montalban, anche lui, per esempio, voleva liberarsi del suo Pepe Carvhalho e invece andò a finire che tanto Jean-Claude Izzo che Manolo sono morti prima dei loro personaggi. Allora mi sono detto: col cavolo che faccio morire il mio personaggio”.

E da lì è nata l’idea di mettere sì una parola fine, ma una fine strana, inconsueta e preparata anni e anni or sono. Una fine che potremo solo leggere nell’ultimo romanzo di Camilleri e, chissà, forse vedere un giorno sugli schermi televisivi.

Domenico Attianese

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