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Arte & Cultura

Quando furono le prime elezioni politiche?

In questi giorni in molti si scoprono amanti della sovrana d’Inghilterra, purtroppo venuta a mancare, ma preme ricordare che al di qua delle alpi, gli italiani il 2 giugno 1946 gli italiani scelsero quale forma dare allo Stato, tra monarchia e repubblica parlamentare. Un voto particolarmente sentito, che vide la partecipazione dell’89% degli aventi diritto e che decretò la fine della monarchia. 

Si tennero in seguito le prime elezioni in Italia in data 18 aprile 1948. 

Infatti gli italiani, dopo l’entrata in vigore della Costituzione, furono chiamati a votare i loro rappresentanti. Era la prima volta che si svolgevano le elezioni politiche. Tutti, uomini e donne, poterono esprimere il loro voto politico: per le donne era la prima volta dopo il Referendum del 2 giugno. Ai seggi si recarono il 92% degli italiani, quasi 27 milioni di persone e il responso delle urne parlò chiaro: il 48,5% degli italiani votò per la Democrazia Cristiana. Le aree politiche erano due. Ed erano quelle che qualche anno prima avevano combattuto fianco a fianco la Resistenza contro il nazifascismo: da un lato c’era la Democrazia Cristiana, dall’altra il Fronte democratico popolare, una federazione di partiti di sinistra rappresentata dal partito comunista e da quello socialista (che alle elezioni raccolse il 31% dei voti per Alcide De Gasperi (Dc), Palmiro Togliatti (Pci) e Pietro Nenni (Psi). 

Non si trattò di comune elezioni, ma di scegliere con questa da che parte voler stare, con l’Unione Sovietica o l’America.

E le pressioni erano altissime: il 3 aprile dello stesso anno, 15 giorni prima del voto, il Presidente americano Harry Truman aveva lanciato il cosiddetto Piano Marshall, un piano di aiuti di 14 miliardi di dollari per la ricostruzione economica dell’Europa Occidentale. Piano contestato da Palmiro Togliatti che lo additò come un ricatto politico.

Anche l’attore Eduardo de Filippo esortava al voto agli italiani. “Votare per chi si vuole ma votare”. 

Il timore del prevalere del fronte comunista spinse inoltre la Chiesa a mobilitarsi in prima persona creando comitati civici per il voto alla Democrazia Cristiana. 

La vittoria l’indomani fu netta per la Democrazia Cristiana. Con questo voto, l’Italia volgeva ufficialmente il suo sguardo a occidente, rinunciando all’Unione Sovietica comunista.

Alcide De Gasperi dal 1948 fu così destinato a rimanere all’opposizione. La Democrazia cristiana rimase il principale partito italiano per quasi 50 anni, fino al suo scioglimento nel 1994.

Le elezioni sono state sin da subito un importante strumento in mano al popolo, per determinare le sorti del proprio paese. L’astensionismo sempre più importante, mina la propria espressione, allontanando sempre di più in un circolo vizioso dalla politica, diritto che si è guadagnato da meno di un secolo.

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