il 2022 ci ha portato via la Vitti, una delle più grandi attrici di tutti i tempi. L’unica, forse, ad aver abbinato in modo così perfetto bellezza e ironia
L’anno che ci stiamo lasciando alle spalle ci ha portato via Monica Vitti. Se ne è andata lo scorso 2 febbraio e l’allora imminente guerra in Ucraina ci aveva distratti dal grande vuoto che la scomparsa di questa grande attrice ha creato, nel mondo del cinema, della cultura e del costume. Era nata a Roma, il 3 novembre 1931, da papà Angelo e mamma Adele Vittiglia: la sua fanciullezza non fu felice, si sentiva gracile, timida e goffa, non compresa da una famiglia che per lei voleva un lavoro e una vita coniugale molto perbene, in linea con la borghesia più convenzionale. “Ho recitato per la prima volta a 14 anni, ne “La Nemica” di Dario Niccodemi, dove vestivo i panni di una madre di 45 anni -dichiarò Monica Vitti in un’intervista degli anni ottanta- mia madre non voleva che intraprendessi quella carriera, diceva che la polvere del palcoscenico corrode l’anima e il corpo”. Invece Monica Vitti, allora ancora Maria Luisa Ceciarelli, come da anagrafe, con quella polvere voleva sporcarsi. Da adolescente, vicino alla sua scuola, c’era l’Accademia d’Arte drammatica di Roma, da fuori vedeva questa villa (ovvero la sede dei corsi di recitazione) con ragazzi e ragazze che strillavano, piangevano, ridevano, per esercitarsi all’arte del teatro. Lei si innamorò di quell’ambiente, visto da fuori: “a diciotto anni entro così all’Accademia, sentivo dentro il fuoco della voglia di esprimermi. Pensavo di fare ruoli drammatici per tutta la vita, invece…”.
Invece?: “il maestro Sergio Tofano mi disse che avevo un talento comico naturale…far ridere è una cosa serissima”, affermava la Vitti in un incontro televisivo degli anni settanta.
Recitò in 53 film, opere teatrali e televisive. Non disdegnò la radio. Oltre al Leone d’Oro alla carriera, ha raccolto tantissimi riconoscimenti nei più svariati ambiti (David di Donatello, con ben cinque premi come migliore attrice, Nastro d’Argento, Globo d’Oro, Grolla d’Oro…).
Ma perchè da Maria Luisa Ceciarelli passò al nome d’arte Monica Vitti? Lei la raccontava così: “ero seduta al tavolino di un bar in piazza Bologna a Roma, pensavo di cambiare nome, per il pubblico, visto che il mio è troppo macchinoso. Mi venne in mente Monica, perchè è semplice da ricordare e Vitti, ovvero la metà del cognome di mia madre”.
Fabio Buffa