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Mamuthones e Issohadores: le maschere tipiche del carnevale sardo

Sono le maschere sarde per eccellenza, si vedono sfilare per le strade della Sardegna a carnevale, ma cosa sono e cosa rappresentano? Scopriamolo insieme

I Mamuthones e gli Issohadores sono le maschere tipiche del carnevale di Mamoiada in Sardegna e si distinguono sia per i vestiti che per il modo di muoversi all’interno della processione.

I Mamuthones procedono affaticati e in silenzio mentre gli Issohadores sono vestiti in modo colorato e danno movimento alla processione.

L’origine della maschera dei Mamuthones resta ancora oggi controversa, secondo uno studio dell’archeologo dell’accademia di belle arti in di Sassari non ci sono fonti scritte che testimoniano la presenza dei Mamuthones in tempi lontani, anche tenendo conto della oralità della storia degli usi e costumi in Sardegna, tuttavia propri da queste testimonianze orali si è scoperto che i Mamuthones sfilavano già intorno al XIX secolo.

Altre teorie invece sostengono che il rito risalga all’età nuragica come gesto di venerazione per gli animali e per proteggersi dagli spiriti del male o per propiziare il raccolto.

Un’ulteriore ipotesi li vuole rappresentare la vittoria dei pastori della Barbagia sugli invasori saraceni, fatti poi prigionieri e condotti in corteo.

Altri studi sostengono dei legami con i riti dionisiaci, mentre i più rigettano questo collegamento e includono la sfilata di queste maschere tra i riti che segnano il passaggio delle stagioni.

Il costume dei Mamuthones è caratterizzato da una maschera nera di legno, che viene assicurata al visto mediante cinghiette di cuotio e contornata da un fazzoletto di foggia femminile, il corpo del Mamuthone viene ricoperto da peli di pecora nera e sulla schiena vengono sistemati una serie di campanacci. Le maschere sono prodotte con vari tipi di legno successivamente annerito, tra i legni usati ci sono il fico, l’ontano e l’olmo, alcune di esse sono in castagno o in noce mentre anticamente si usava il pero selvatico.

I mamuthones nella sfilata avanzano con passo cadenzato per scuotere i campanacci ricordando una danza. La processione inizia con due file parallele di Mamuthones che scuotono i campancacci mediante un colpo di spalla con ritmi lenti, il capo Issohadore impartisce loro gli ordini mentre gli altri Issohadores catturano le giovani donne.

Il gruppo è composto da 12 Mamuthones e 8 Issohadores.

L’issohadores invece presenta una veste completamente diversa dal Mamuthones, anche perché rispetto a quest’ultimo rappresenta un ruolo di dominanza anche se le due figure non sfilano mai separate.

Il suo abbigliamento comprende sul capo sa berrita che viene legata al mento da un fazzoletto colorato, una maschera bianca, larghi pantaloni e camicia di tela bianchi, bottoni in oro, sopraccalze di lana nera, scarponi di pelle e il corpetto rosso del costume tradizionale maschile; a tracolla indossa una cinghia di pelle e stoffa dove sono appuntati piccoli sognagli, mentre alla vita uno scialle o un fazzoletto con bellissimi ricami e la fune.

Se i mamuthones possono essere tranquillamente fatti risalire al XIX secolo gli Issohadores secondo gli stessi studi sarebbero un’innovazione più recente ispirata a maschere spagnole.

Durante la processione del carnevale di Mamoiada essi sfilano davanti, dietro e ai lati scortando i Mamuthones e usando la loro fune per catturare le giovani donne segno di buon auspicio per la buona salute e la fertilità.

La sfilata del carnevale dura dal pomeriggio fino a tarda sera, per tutto il giorno i figuranti si limitano nel mangiare e bere perché l’esibizione richiede sforzo e le cinghie dei campanacci comprimono il torace limitandone l’estensione e la respirazione.

Benedetta Giovannetti

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