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Arte & Cultura

Magione, è in scena ‘La congiura al Castello’

Lo spettacolo teatrale è al Castello di Magione dal 19 al 23 luglio e dal 26 al 30 luglio 2022

Magione, comune vicino Perugia, diventa il teatro degli intrighi, delle cospirazioni, dell’atmosfera cinquecentesca della Congiura al Castello. Con un coinvolgente spettacolo multisensoriale lo spettatore ammira la rappresentazione teatrale itinerante, compresa una cena d’epoca e una mostra d’arte. È il programma culturale, in programma dal 19 al 23 luglio e dal 26 al 30 luglio 2022, dove i partecipanti possono rivivere, gustare e ammirare gli eventi che sono passati alla storia come la Congiura di Magione, ordita dal Cardinale Orsini ai danni di Cesare Borgia, ormai inarrestabile nella sua conquista del Centro Italia. L’evento, organizzato dal CRAL Domenico Cancelloni, è ospitato tra le stesse mura in cui prese forma il disegno dei congiurati, regalando una location d’eccellenza capace di restituire sensazioni e atmosfere inedite. Il complotto del 1502 sarà inscenato dalla Compagnia teatrale magionese, guidata da Giampiero Frondini che, con i suoi sessant’anni di esperienza e il grande merito di aver fondato la compagnia teatrale professionista più antica della regione, restituirà al pubblico un avvincente connubio tra storia e fiction. 

La mostra

Partecipare all’evento offre la possibilità di vedere la mostra ‘L’altra Congiura’ di Giorgio Lupattelli. Partendo dagli scatti dei vari personaggi protagonisti della rievocazione storica, l’artista ha realizzato 16 tavole in pittura digitale, capaci di rappresentare l’incastro tra i vari piani spazio-temporali su cui è articolato lo spettacolo e di creare un mondo onirico e surreale, in cui tutti i personaggi sono inscenati in luoghi-non luoghi arricchiti da elementi prelevati dalla storia dell’arte contemporanea e dall’iconografia propria dell’artista.

La cena

A soddisfare l’olfatto e il palato interverranno le pietanze rielaborate da Paolo Trippini, segnalato dalla Guida Michelin e Ambasciatore del Gusto Italiano, che si è immerso nell’atmosfera del tempo per rielaborare alcuni ingredienti tipici, capaci di esprimere l’essenza autentica dell’Umbria. Nel menu, ispirato all’arte della caccia, trovano spazio il grano saraceno, coltivato nei secoli passati ma riscoperto in Valnerina e diventato Presidio Slow Food; la segale, per la cui produzione l’Umbria si distingue tra le altre regioni d’Italia; lo zafferano e le erbe spontanee del territorio, selezionate in sinergia con Luciano Loschi, presidente dell’Accademia Italiana Piante Spontanee: amaranto, aglio orsino, spinacino selvatico e portulaca richiamano un passato di autosussistenza ma anche un futuro di sostenibilità e riscoperta.

Francesco Fravolini

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