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“Le Mani in Pasta”: ecco come sono diventate le terre liberate dalla mafia

Cosa succede ad una terra, ad un paese, dopo che la mafia è stata “debellata”?
Questo è quello che racconta “Le mani in pasta. Le mafie restituiscono il maltolto”, nuovo libro di Carlo Barbieri (Jaca Book e Editrice Consumatori, 200 pp, 16 €) pubblicato nella collana “Contastorie”, diretto da Daniele Biacchessi.

Il libro racconta e riprende la nascita della cooperativa Placido Rizzotto – Libera Terra (Nel 2001, a San Giuseppe Jato, un piccolo comune in provincia di Palermo che non supera nemmeno i 10.000 abitanti) e di altre cooperative che hanno come scopo quello di coltivare le terre confiscate alla mafia.

Il libro contiene anche gli interventi di Daniele Biacchessi e del giornalista Marco Pedroni, presidente di Ancc-Coop, e racconta una pagina attuale della storia italiana, una pagina positiva, di una terra che si riprende la legalità e la giustizia. Una pagina che non viene mai raccontata dai media.

Non si tratta di un inedito, ma di un volume uscito per la prima volta quindici anni fa, oggi ampliato, aggiornato e arricchito con partecipazioni e testimonianze che raccontano di tutti quei terreni che una volta erano della mafia, ma che oggi hanno portato alla produzione legale di olio, vino, pasta, legumi, conserve alimentari e tanti altri prodotti.

La Terra si è liberata della mafia, così come le persone di quei luoghi.
Delle testimonianze e delle prove che la mafia non solo può essere sconfitta, ma questa sconfitta può durare a lungo e portare a risultati positivi.

Domenico Attianese

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