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La Cina mette al bando “Shang-Chi”

Quest’anno in Cina si celebra il centenario del Partito Comunista e il segretario generale Xi Jinping ha dato il via a una riforma culturale che sta avendo un enorme impatto, in ogni settore della società cinese. Scopo di questa manovra è far sì che la nazione e il partito diventino una cosa sola.

A essere colpito maggiormente dalle operazioni di censura operate dal governo è stato soprattutto il settore dell’intrattenimento, accusato di alimentare nel popolo atteggiamenti e ideologie che contrastano con i principi della propaganda del partito.

Dopo aver limitato le ore di gioco tra i giovani, aver oscurato parecchi profili social appartenenti agli stessi artisti cinesi, aver messo al bando produzioni giapponesi come “Ultraman” e il kpop sudcoreano, la Cina ha iniziato a bandire numerose altre produzioni, comprese pellicole cinematografiche, come l’ultimo film della Marvel “Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli”, nonostante quest’ultimo stia riscuotendo consensi favorevoli nel resto del mondo.

Anche l’interprete del protagonista, Simu Liu, è stato attaccato pesantemente, colpevole di aver raccontato in un’intervista il motivo che ha spinto i suoi genitori ad abbandonare la Cina comunista, per andare a vivere in Canada.

Televisioni e stazioni radiofoniche sono state caldamente invitate dall’amministrazione nazionale a promuovere contenuti che esaltino la tradizione, la rivoluzione e il patriottismo e di scoraggiare qualsiasi atteggiamento che possa alimentare la tendenza a prendere come modello di vita quello delle celebrità, oltre che abolire qualunque cosa possa essere percepito come “stile effeminato” e in grado di corrompere le giovani menti.

Yami

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