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Invidia e gelosia: due condizioni diverse

Diciamo la verità, chi di noi non ha mai provato, almeno una volta nella propria vita, invidia per qualcuno?  Si tratta di un sentimento senza dubbio  difficile da ammettere, perfino a se stessi.

In contrapposizione alla virtù della carità,  l’ invidia, dal latino in-videre, che significa guardare contro, riconduce a  tristezza e dolore, ad uno stato d’animo di profonda sofferenza provocato dal benessere altrui, dalla ricchezza, dalla fortuna, dal successo che vorremmo ci appartenessero. Abbiamo a che fare quindi con uno stato emotivo distruttivo per noi stessi e per gli altri.

Ricordiamo la fatidica domanda che la regina poneva allo specchio?    Specchio, servo delle mie brame, chi è la più bella del reame?  

Cosa rappresenta lo specchio? Probabilmente la radice stessa di questo male, ovvero una profonda e costante insoddisfazione legata ad una notevole e spesso non razionalizzata disistima. Le persone affette da questo male che, non lo dimentichiamo, procura un malcontento non indifferente fatto di rabbia, disprezzo e dolore, sono certamente concentrate più sugli altri che su se stesse, tanto da perdere di vista il proprio valore. Sono alla continua ricerca di successo e tendono a mostrarsi sempre, perché temono che nessuno si accorga di loro. Le persone che subiscono l’invidia in maniera patologica, possono diventare  pericolose, poiché tendono inevitabilmente a voler distruggere l’antagonista e quindi possono sviluppare comportamenti maniacali, persecutori, nei casi più gravi violenti.

Occorre non confondere l’invidia con la gelosia, infatti gelosia dal latino zelos, vuol dire spirito di emulazione, in quanto rimanda ad un sentimento diverso, fatto di paura che qualcosa o qualcuno ci venga sottratto. Ci sono tre presupposti che fanno esistere la gelosia: il soggetto, l’oggetto di contesa e il rivale.  Tuttavia, la gelosia di Otello che si crede tradito da Desdemona con Cassio, potrebbe sfociare, come avviene per  l’invidia, in persecuzioni o delitti.

 

L’invidia desidera sottrarre, mentre la gelosia teme la sottrazione, gli elementi che accomunano questi due sentimenti ci portano a confonderne le differenze, prima tra le quali  c’è il tipo di  sofferenza, che nel caso dell’invidia è una sofferenza tendenzialmente cattiva, mentre in una condizione di gelosia fa riferimento all’insicurezza ed al bisogno di essere amati.  L’invidioso vuole possedere il bene altrui, mentre il geloso vuole che gli altri non posseggano il suo.  In entrambe le situazioni abbiamo a che fare con la mancanza di autostima, grazie alla quale sarebbe possibile vincere sia la tentazione di ottenere ciò che non ci appartiene, sia la forza di fidarci del nostro modo di essere e della capacità di non controllare se gli altri ci vogliono davvero bene. Dopotutto chi non ci ama ha un problema importante, quello dell’impossibilità  di emozionarsi e di  godere appieno del sentimento più riempitivo che esista: l’amore.

Eleonora Giovannini

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