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Il tuo viso non è poi così importante per il tuo cane

A differenza delle persone, i cani non sembrano avere sistemi neurali particolarmente sensibili ai volti.

Secondo un recente studio, il cervello dei cani non è particolarmente colpito dai volti, nè quelli degli altri cani, nè quelli delle persone, come invece lo è quello umano. Infatti, il cervello delle persone è particolarmente sintonizzato sui volti e sulla ricchezza di informazioni che le espressioni possono trasmettere.

Alcuni ricercatori in Ungheria e Messico hanno utilizzato la tecnologia di scansione del cervello su venti cani da compagnia per misurare le risposte ai volti. I cani sono stati addestrati a rimanere sdraiati in una posizione ‘sfinge’ all’interno di un tubo per le risonanze magnetiche (MRI) con il mento appoggiato mentre guardavano uno schermo. Gli scienziati hanno riprodotto quattro tipi di videoclip di due secondi per i cani da visualizzare: la parte anteriore o posteriore di una testa umana e la parte anteriore o posteriore di una testa di cane. Trenta volontari umani in macchine per la risonanza magnetica hanno visto gli stessi brevi video.

A conferma anche di molti studi precedenti i volti sono risultati accattivanti per le sole persone: una vasta area del cervello, alla comparsa di un volto, si attivava per tranquillizzarsi quando invece compariva la parte posteriore. Le parti che elaborano la visione del cervello dei cani non sembrano invece preoccuparsi dei volti: nessuna area ha avuto maggiore attività durante la visualizzazione di un viso o della parte posteriore. Il cervello aveva delle reazioni e risultava più sintonizzato quando veniva visualizzato un cane o una persona.

Tuttavia, lo studio misura le risposte cerebrali, non il comportamento. I risultati non significano che i cani stessi vedano, o non si preoccupino, dei volti: altri studi dimostrano che i cani possono riconoscere addirittura i segnali facciali delle persone.

Un mistero che forse è ancora lontano dall’essere svelato, ma che potrebbe anche non essere tale dato che come sosteneva Mikhail Bulgakov “L’espressione degli occhi, lì non si sbaglia, che li guardi da vicino o da lontano”.

Riccardo Pallotta

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