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Il risultato degli accordi di Montreal: il buco dell’ozono si sta chiudendo

Gli accordi siglati a Montreal nel lontano 1987 stanno dando i loro frutti. Frutti che solo ora iniziano a mostrare alcuni cambiamenti, anzi per meglio dire ad apportare alcuni cambiamenti. Si tratta del buco dell’ozono sopra i cieli dell’Antartide, che piano piano si sta chiudendo. Nonostante per ultimare il processo completo serviranno altri decenni, sicuramente la strada è quella giusta, visto e considerato l’impatto che l’ozono ha sulla terra. Grazie a questa parziale chiusura, non mancano le conseguenze positive per il nostro pianeta. Secondo quanto appurato da parte di un team di scienziati della Cooperative Institute for Research in Environmental Sciences dell’Università del Colorado in collaborazione con altri studi di ricerca, la circolazione atmosferica si sta modificando, specialmente nell’emisfero australe.

Grazie agli accordi di Montreal, venne stabilita la riduzione considerevole della produzione e dell’emissione dei cosiddetti clorofluorocarburi. Attraverso lo studio a ritroso nei decenni scorsi, gli esperti hanno potuto constatare di come fenomeni quali la cella di Hadley e la corrente a getto di media latitudine si siano interrotti nel tempo, in particolar modo dopo gli anni 2000. Secondo alcune analisi ancora più approfondite, tutto ciò non è altro se non una diretta conseguenza della progressiva chiusura del buco dell’ozono. Ma la concatenazione di eventi non finisce qui, poiché a loro volta questi mutamenti hanno provocato e stanno tutt’ora provocando altre modifiche nella temperatura atmosferica, nella quantità delle precipitazioni, nella temperatura e anche nella salinità degli oceani.

Naturalmente la questione non si può dire risolta, né tanto meno che si risolva dall’oggi al domani. Tant’è che lo studio, concentrandosi su una serie di punti, analizza anche la tempistica con cui ipoteticamente andrà avanti l’ispessimento dello strato d’ozono; secondo l’equipe di ricerca il fenomeno avviene e avverrà seguendo tempistiche diverse per due motivi: le latitudini dell’emisfero boreale e il rispetto di una linea di comportamento corretta, la quale può permetterci non solo di non buttare all’aria i risultati raggiunti fino ad ora ma anche di migliorarli e di migliorarci.

Giulia Baldini

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