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Il messaggio all’umanità nel “Libro del Principe e della Principessa”

I simboli e gli archetipi universali racchiusi nelle fiabe 

“E vissero tutti felici e contenti…”! Alzi la mano chi non conosce questa tipica espressione con cui spesso si chiudono le fiabe per bambini. Un happy ending che, in realtà, cela ben altro, almeno stando a quanto sostiene Carlo Scirocchi, autore di una “rilettura”, in chiave simbolica, di una fiaba nota a tutti. Avevamo già avuto modo di trattare lo sguardo acuto e la penna sottile dell’autore, in occasione di un evento tenutosi tra le mura storiche del borgo umbro di Monte Castello di Vibio. Ed ora, a lettura avvenuta, visto anche il successo di quell’incontro, da cui si è dipanato un ciclo di eventi a cadenza mensile, accendiamo i riflettori su alcuni passaggi del libro.

Fin dalle prime righe, appare subito chiaro l’intento dell’autore, vale a dire rileggere in chiave di “viaggio iniziatico” i passaggi fondamentali a cui vanno incontro eroi ed eroine fiabesche. Se poi quest’ultime sono pure belle e addormentate nel bosco oscuro della vita, la scintilla non può che scoccare tra i protagonisti stessi ma anche tra i lettori. Non a caso l’opera, edita da Prospettiva editrice, a cui si sta accennando si intitola “Il libro del Principe e della Principessa”. A questo fa poi seguito un sottotitolo che, come si dice, solleva il velo di Maya. Ovvero: “La Bella Addormentata e la riscoperta dei simboli e degli archetipi”.      

E saranno proprio i simboli e gli archetipi, di Junghiana memoria, a fare da leitmotiv in questo viaggio alla scoperta di sé stessi. Perché l’intento dell’autore non sta tanto nell’allietare i lettori con un po’ di melassa favolistica, quanto nel cavalcare l’onda del genere fiabesco, per condurre il viaggio all’interno di noi stessi. E quindi sarà grazie alla sapienza antica dei simboli che si celano e si tramandano all’umanità dai tempi dei tempi, attraverso le narrazioni fantastiche, che l’autore condurrà per mano il lettore. Non a caso è Scirocchi stesso a dire in Premessa: “sono stato sempre attratto dal significato dei simboli ed ecco che mi sono deciso a scrivere questo libro”. 

“Attraverso le fiabe e i racconti, molti dei quali hanno origine nella notte dei tempi, è stata veicolata e fatta circolare tra le genti, ad opera di personaggi consapevoli, la saggezza archetipica dell’Uomo, con lo scopo di tentare di far recuperare la memoria all’Umanità”.  Un viaggio dunque in avanti quanto all’acquisizione di consapevolezza, ma anche a ritroso nel tempo sulle orme di quell’antica saggezza, patrimonio dell’umanità. Un’umanità dunque che, come la Bella Addormentata, ha in sé tutti i principi di bellezza e armonia, ma che per un malefico sortilegio, giace addormentata, ma non morta, in un bosco in attesa di un principio che la attivi. 

Un principio attivatore che prenderà le sembianze di un Principe. “Pensare che si tratti di un fortunato viandante che facendo un picnic nel bosco si imbatte, oibò, in una bella principessa”, parafrasando il libro, sembra troppo riduttivo anche in un’ottica di fiaba per bambini.  Ed infatti con quella sottile ironia che ogni tanto esplode all’interno di questo libro denso di contenuti, Scirocchi tra le battute finali della sua opera fa un passo ulteriore. Scrive infatti: “Se, come dicono i saggi, nulla accade per caso, allora l’incontro tra Principe e Principessa, ha una sua ragion d’essere. Tutto lascia intendere che il Principe non stava facendo una passeggiata a cavallo a scopo digestivo ma si era messo in viaggio alla ricerca dell’Amore”. Ed eccoci arrivati al punto di snodo che sarà svelato solo a chi avrà il coraggio di avventurarsi nella lettura di questo libro “iniziatico”.    

  Di Maria Teresa Biscarini

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