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Arte & Cultura

Il film che sogna il futuro con il presente. Premiato al Festival Cinema Europeo.

Il regista pugliese Nico Capogna è stato premiato per il suo film MILVA con la menzione speciale di CinecittàNews al Festival del Cinema Europeo. Per l’occasione l’abbiamo intervistato.

  • Chi è Nico oggi?

Nico nasce 36 anni fa a Corato, in provincia di Bari, e l’amore per il Cinema si manifesta ben presto. Così nascono i primi cortometraggi durante gli anni del liceo, per superare in seguito le selezioni per il tanto sognato Centro Sperimentale di Cinecittà di Roma, a completamento della Laurea in Lettere. Nel frattempo si avvicendano  varie sperimentazioni, esperienze, un erasmus in portogallo… non c’è presente né tantomeno futuro se non c’è crescita.

  • Parlaci di Milva. Innanzitutto, di che genere cinematografico si tratta?

Milva è un mockumentary. Il mockumentary (almeno in questo caso) è una forma di docu-fiction che utilizza la forma del documentario per narrare cose evidentemente finte come vere, arricchendolo di fatti e avvenimenti veri, così da poter avere una dialettica particolarmente critica con quella che è la realtà.

  • Come nasce il progetto e il soggetto del film?

Il progetto nasce come documentario in un futuro prossimo, più precisamente nel 2036. In questo futuro prossimo l’Ilva di Taranto è diventato per gran parte, uno stabilimento di lavorazione della canapa e anche polo museale: il simbolo degli errori che non si devono più commettere.

  • E il nome?

Il nome è figlio di questa idea: Museo ILVA, da cui M-ILVA.

  • Qual è per te lo scopo del tuo film?

Il lungometraggio intende far riflettere sull’economia e il liberismo, sul petrolio, sulla disinformazione che ritengo aleggi sul tema canapa, e non per ultimo, denunciare gli scempi dell’Ilva. Il tutto però visto sotto un’ottica “positiva”. Non c’è denuncia, perchè vediamo il tutto già proiettato nel futuro. Non ci sono riferimenti troppo contingenti alle realtà politiche e/o economiche di adesso, non è quello il fine, non si vuole fare un prodotto alla “report”. Il nostro desiderio era confezionare un momento godibile, capace di portare alla riflessione ma soprattutto sognare.

  • Quando è stato presentato al pubblico?

ll documentario è stato presentato questa estate in prima internazionale, presso lo spazio porto nella città di Taranto.

  • Un luogo ad hoc, dunque.

Sì, la scelta ci sembrava opportuna oltre che necessaria. Presentare per la prima volta questo progetto nella sua terra madre, per dare voce e spazio a tutti coloro che hanno partecipato al film, con la loro esperienza, con la loro passione.

Nel successivo articolo, il prosieguo del’intervista.

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